venerdì 30 marzo 2012

Gli esodati: Spoon River della Crisi


Fonte:  LA SPOON RIVER DELLA CRISI (ADRIANO SOFRI).    30/03/2012 di triskel182         
       
Il lavoro davvero rende liberi, perdere il lavoro vuol dire perdere la libertà. Vi sarete accorti che il rogo fotografato a Bologna l´altroieri somigliava a quello del giovane tibetano a Nuova Delhi del giorno prima. 
E i titoli, a poche pagine di distanza: "Il trentesimo tibetano che si è dato fuoco nell´ultimo anno" 


"Nel Veneto, già trenta suicidi di imprenditori". Ieri un operaio edile di origine marocchina si è dato fuoco davanti al municipio di Verona, è stato soccorso in tempo, era "senza stipendio da quattro mesi". 


L´altroieri il piccolo imprenditore edile a Bologna, accanto alla sede delle Commissioni tributarie.


Si può andare indietro e trovarne uno al giorno, operai disoccupati, artigiani, imprenditori.
Sta diventando l´altra faccia dei bollettini delle morti cosiddette bianche.

Caduti sul lavoro, caduti per il lavoro. 
Una Spoon River della crisi


Giuseppe C., il bolognese di 58 anni di cui hanno raccontato qui asciuttamente Michele Smargiassi e Luigi Spezia, la sua pagina se l'è scritta da solo. 


"Caro amore, sono qui che piango. Stamattina sono uscito un po´ presto, ho avuto paura di svegliarti… Chiedo a tutti perdono". 


Parole pronte per una bella canzone di Lucio Battisti. L´ha scritto anche al fisco: “Chiedo perdono anche a voi”. 


Una frase terribile, ora che qualche disgraziato ha messo le sue bombe alle porte di Equitalia, e non si può più dire che "bisognerebbe metterci una bomba…". 


Imprenditori si impiccano, e curano di farlo nei loro capannoni, nel giorno festivo o fuori dall´orario di lavoro. 

giovedì 29 marzo 2012

Dopo Facebook

foto_dune_fiori_ponte.jpg


Venite avanti, fiori!


Venite avanti, fiori! Sulla collina e sul prato.
un soffio di dolcezza gioca col mare,
e tra i sorrisi e le lacrime della tenera primavera,
su rami gocciolanti ho sentito il tordo cantare.


Voi calici e stelle che coprite la bella verde campagna,
voi ali d'oro che le spinose ginestre procurano,
voi malinconiche campanule nate per feste purpuree,
voi bianco-lattee gemme di biancospino dell'ammantante rovo,
voi gemme di viola e gemme di zaffiro blu,
languidi avvampanti anemoni e timida combriccola di elfi
fiori-di-biancospino.JPEG

Da ogni muro diroccato venite fuori! e gettate
intorno a me spargete la vostra primavera, mentre io canto.





Da "Un canto di saluto" - E. M. Holden


mercoledì 28 marzo 2012

Notti Notturne: Fuga da Feisbuc

Condivido volentieri un post di Matteo Tassinari, perché trovo lì il medesimo malessere che ho sempre provato io in quel poco tempo che mi sono iscritta, nonché cancellata da Facebook.


Se vogliamo migliorare la nostra cultura, non è su Facebook che dobbiamo andare.
Ovvio che ho trovato lì alcune eccezioni, persone cioè validissime che si accontentano di scherzare e di postare più per se stessi che per gli altri.
Rare comunque.
Facebook


Quindi lascio qui il link al post di Matteo




Notti Notturne: Fuga da Feisbuc: Poeti e Cervelletti all'epoca di Feisbuc di Matteo Tassinari


Qui di seguito uno stralcio:



                      qual è il problema?


E' che la struttura di Social Network, ma anche Myspace, semplifica l’approccio al Web. Illude l’iscritto d’essere protagonista, livella verso il basso la comunicazione, appiattendola sulla quotidianità e sulle frivolezze, fuorviando, nel 90% dei casi, dal thread in questione. Un esempio che ho visto è capitato di leggere pochi giorni fa. Si parla dello scrittore Erri De Luca e si è finita con l’ora in cui s’è andava al cesso oppure s'è dato da mangiare al gatto o a che cinema andavano a vedere. Argomenti di spessore, che rivelano un attenta contingenza con lo scrittore, ammesso che lo conoscano, e carichi di nuove chiavi di lettura. Se myspace poteva e doveva restare una grande risorsa riservata solo e soltanto ai musicisti di tutto il mondo, che potevano scambiarsi pareri e confrontare le loro creazioni, facebook è partita con un approccio più simile all’ex “massoneria del web”, cioè small world. Schede di ogni iscritto, rete di contatti accessibile ai nuovi amici, comunicazioni funzionali e utilitaristiche o ludiche. Verifico quanto il disegno di chi ci vuole tutti uniti e rincoglioniti ..."


segue sul post linkato


Immagine presa dal web.

martedì 27 marzo 2012

'Adagio' con aforismi



  • La vera genialità non è conquistare una donna già desiderata da tutti, ma scovarne una preziosa in un essere ignoto. 

          (Cesare Pavese)



  • Cento volte al giorno ricordo a me stesso che la mia vita interiore e esteriore sono basate sulle fatiche di altri uomini, vivi e morti, e che io devo fare il massimo sforzo per dare nella stessa misura in cui ho ricevuto. 

          (Albert Einstein)
muro con fiori

  • Nella profondità dell'inverno, ho finalmente imparato che dentro di me c'è una estate invincibile.
          (Albert Camus)

lunedì 26 marzo 2012

L'arte di vivere con Lentezza

giornata della lentezza


 Oggi non possiamo  dimenticare la sesta edizione della Giornata della Lentezza.
Per la quale propongo un articolo da Buone notizie.it

"Nel 1973 dalla formidabile penna di Michael Ende prendeva vita Momo, la stravagante bambina venuta da chissà dove – e protagonista dell’omonimo romanzo - che lottava contro i signori grigi colpevoli di rubare il tempo inutile alla gente per poi trasformarlo nel fumo dei loro sigari. 33 anni dopo, esattamente nel 2006, le bizzarre avventure di Momo e della fedele tartaruga Cassiopea, la lotta per preservare il "tempo improduttivo" viene portata avanti dall’organizzazione di volontariato  "L’Arte di vivere con lentezza" che, da allora, promuove la Giornata Mondiale della Lentezza.
 
Giunta quest’anno alla sua sesta edizione, la giornata della lentezza, prevista per lunedì 26 marzo 2012, vuol essere un’opportunità per stimolare la riflessione collettiva "sui danni economici, ambientali e sociali del vivere a folle velocità, in un momento difficile di grandi trasformazioni, confusione e incertezza". 

Come spiega Bruno Contigiani, Presidente dell’Associazione ,"il 26 marzo siamo tutti invitati ad impegnarci e partecipare, ognuno nella propria città, con amici, colleghi, in famiglia o da soli, creando un piccolo/grande momento di riflessione per raccogliere le forze, sorridere e voltare pagina, contribuendo a rivoluzionare il nostro mondo dalle fondamenta".

Sono numerosissime le città che hanno aderito all’iniziativa e che ospiteranno eventi e manifestazioni per promuovere ritmi di vita più lenti, ridurre la frenesia quotidiana e utilizzare energie vitali per gustare i dettagli –spesso sfuggenti- della nostra vita."

Il resto continua sul sito indicato, dove si trova per l'appunto il bell'articolo scritto da  


domenica 25 marzo 2012

Previsioni ... meteo - informatiche

O, come sottotitolo, 

Notizie del mio computer.

Ieri finalmente è arrivato il tecnico qui a casa, puntualissimo, alle 14 e  30. 
Abbiamo, mio marito e io, spiegato le varie malattie, dando la priorità alle schermate blu, e facendo seguito con le icone strane che si erano sovrapposte alle altre standard.
Prima diagnosi: "Sicuramente un virus".

Comincia con una bravura per me inconcepibile a togliere, rimettere... ecc...
Alle 16 e 30 decidiamo di prenderci tutti e tre un caffè. Scendiamo in cucina, chiacchieriamo un po' - di cani essenzialmente - perché Frida seguiva docilmente tutti i nostri movimenti.

Decido che a questo punto non è più necessaria la mia presenza e, con Frida vado in giardino. Tolgo qualche erbaccia, mi guardo intorno. La Natura è davvero un incanto. 

Ciliegi selvatici
La temperatura è mite e finalmente potrò scrivere ancora sul mio blog.
Squilla poi il cellulare, è mia figlia che mi chiede se il tecnico ha sistemato il computer.


Le telefonate con mia figlia sono spesso, non sempre, chilometriche e mi fanno talmente piacere che mi concentro soltanto in questo.

Al punto che non ho visto passare il tecnico con il computer.
Mi sono accorta, così, di sfuggita che era fuori dal cancello e aveva il bagagliaio della sua auto aperto.


Sintetizzando, sto scrivendo dal portatile di mio marito, ma è troppo faticoso per me.... per vari motivi, primo perché mi sembra un altro pianeta.


Nonostante questo, almeno posso entrare nei blog di chi mi segue.


Forse martedì prossimo potrei rientrare in possesso del mio, se tutto andrà bene.


Fortunatamente è primavera...

Prunum avium


Un abbraccio e buona domenica a tutti!

Le immagini dei ciliegi selvatici sono prese dalla rete


giovedì 22 marzo 2012

Un concerto a Göttingen


Devo avvisare chi mi legge che il mio computer è in attesa del tecnico.
Sono ritornate le schermate blu che avevo creduto scomparse ...
Quindi chiedo scusa, perché  difficlmente riuscirò a passare dai vostri blog, finchè tutto non ritorna nella norma.
E, anzi, voglio sperare bene ...


Mi rendo conto di quanto sia importante per me internet, in queste circostanze.
Non riuscendo proprio a guardare la televisione, mi sento tagliata fuori da quanto succede nel mondo. E proprio in un periodo dove sento di dover essere presente, almeno a livello di informazione.


Nel frattempo è arrivata davvero la primavera, con i suoi fiori e l'aria più calda.
Quest'anno mi colpisce di meno il miracolo di questa stagione che si rinnova,  angosciata come sono dal clima politico di questi tempi.
Stiamo assistendo a qualcosa che ci mortifica tutti: la scomparsa del diritto al lavoro e ... altro.


Leggo da ieri un libro che ho scelto a caso per via del titolo, 

Il cortile dei girasoli parlanti.

Ne riporto uno stralcio:


"Andai in Germania dopo l'esame di maturità.
La città di Göttingen, con la sua grande università, era stata poco toccata dalla guerra, e nel mio ricordo è piena di alberi e fontane; la più nota si chiamava Gänseliesel, la Lisetta con l'oca. Era una statua di modesta altezza, dall'aria gentile e romantica — affabile, direi — che ci inteneriva tutti, una ragazzina campagnola che portava a spasso una bella oca grassa.


Lisetta a Göttingen


Non c'erano tradizioni né leggende antiche dietro il suo bel visetto, ma solo l'amore della città, che, volendo una bella fontana nella centrale piazza del Mercato, decise che fosse una popolana, invece che qualche austero universitario.


Tutti noi studenti l'amavamo, e le portavamo mazzi di fiori, da quando salire a baciarla era stato tassativamente proibito dalle autorità civili e accademiche.


Con Bruno, il mio ragazzo di allora (provvisorio: non volevo studenti di medicina!), un giorno arrivammo con un mazzetto di giunchiglie e ci sedemmo sul bordo della fontana.


Poi lui si aprì sulle ginocchia un piccolo giradischi e disse: "Chiudi gli occhi e ascolta".


Fu così che io, ignorantissima di musica, ascoltai per la prima volta sul serio, con un'intensità moltiplicata dall'emozione amorosa, il Concerto per violino e orchestra di Beethoven, e me ne innamorai per sempre."


Il libro è di Antonia Arslan - Il cortile dei girasoli parlanti - ed. Piemme, 2011.

martedì 20 marzo 2012

Aforismi ... spostati



  • Abbiamo bisogno di più consapevolezza della natura umana, perché l'unico pericolo reale che esiste è l'uomo in se stesso.
       Carl Gustav Jung

  • La cultura permette di distinguere tra bene e male, di giudicare chi ci governa. La cultura salva.
          Claudio Abbado



  • Chi non aspira alle gioie dell'amore e a grandi cose, quando nell'occhio del cielo e nel seno della terra ritorna la primavera?
          Friedrich Hölderlin


  • Alla resa dei conti il fattore decisivo è sempre la coscienza, che è capace di intendere le manifestazioni inconsce e di prendere posizione di fronte ad esse.
          Carl Gustav Jung


lunedì 19 marzo 2012

E' il 19 marzo



E' il 19 marzo e in molti ricordano la figura del padre. Una figura spesso assente dalla nostra vita di oggi.

Comunque, per rispettare la data, ricorro a un post  già messo in passato  qui, su questo blog.

Un padre

C'è un brano nel Giardino dei Finzi Contini, dove il protagonista, sconvolto dal dolore per l'amore non ricambiato da Micol, nonché sconfitto dal mondo, torna a casa e incontra il padre (nel film che fu realizzato da Vittorio De Sica - il padre è impersonato dal grandissimo attore che fu Romolo Valli), dicevo - c'è un brano che a mio avviso è toccante, il padre che parla al figlio-protagonista:


"Ti passerà - continuava - ti passerà: e molto più presto di quanto tu non creda. Certo, mi dispiace, immagino quello che senti in questo momento.

Però un pochino anche ti invidio. Nella vita, se uno vuol capire, capire veramente come stanno le cose di questo mondo, deve morire almeno una volta.


E allora, dato che la legge è questa, meglio morire da giovani, quando uno ha ancora tanto tempo davanti a sè per tirarsi su e risuscitare ...


Capire da vecchi è brutto, molto più brutto.
Non c'è tempo per ricominciare da zero."




domenica 18 marzo 2012

Inglesi a Firenze e altro

Ponte Vecchio a Firenze

Ieri sera ho letto su un quotidiano on line - TM News - questa notizia:


"E' morto John Demjanjuk, guardiano nazista del lager di Sobibor
Era stato condannato nel 2011 a 5 anni di reclusione. Nel campo di sterminio polacco furono uccise più di 27mila persone...". 


Mentre quanto segue è un piccolo stralcio di un bel libro scritto da Paolo Ciampi.


"Prima ancora che Mussolini decida di finirla con la non belligeranza, prima che passi una volta per tutte alla guerra, anche a costo di pugnalare alle spalle una Francia già in ginocchio, molti inglesi comprendono che per loro non c'è più posto.


Hanno amato e amano l'Italia con un'intensità difficilmente concepibile oggi, si sono ubriacati del suo sole e della sua arte, hanno sciolto versi commossi alle sue campagne e ai suoi monumenti, però ora è finita.


Il fascismo corre rovinosamente verso la guerra, prigioniero della sua stessa retorica, come un treno lanciato a tutta velocità di cui si è perso il controllo. E loro presto saranno solo i sudditi di un paese nemico, da destinare ai campi di prigionia o al confino.


È tempo di fare le valigie, di acquistare i biglietti per Londra e tagliare di netto con un passato in cui si sono sentiti orgogliosamente anglo-italiani.


Così, all'inizio del 1940, tocca anche a Miss Houton, l'amica che per tanti anni ha condiviso con Enrica tè e conversazioni e che ora abbandona Firenze con riluttanza.


Non fosse stato per Mussolini, non si sarebbe mai decisa; e del resto a tornare in Inghilterra non ci pensa nemmeno. Quella salute che un tempo l'ha portata sulle sponde dell'Arno la tiene ancora lontana da quelle del Tamigi.


Miss Houton è una di quelle inglesi che si sente splendidamente inglese solo lontano dal suo paese, trapiantando un pezzo di Inghilterra in un altro angolo del mondo. Ora sceglie isole lontane, un arcipelago tropicale su cui sventola l' Union Jack, ma senza le nebbie, senza l'umido inglese. Soprattutto senza la guerra, evenienza che pare assolutamente remota in quel cantuccio di impero britannico.


Miss Houton ed Enrica non si rivedranno più. Prima che le operazioni militari le separino una volta per tutte l'amica inglese farà solo in tempo a inviarle una cartolina. Vi descriverà, brevemente, la sua nuova vita. Il luogo dove ha deciso di fermarsi, dirà, è so peaceful... così pieno di pace.


Parole che Enrica leggerà e rileggerà ad alta voce, talvolta così presa da non accorgersi di essere guardata.


Parole che accompagnerà sempre con un sospiro, arresa all'evidenza di un paese che si sta cacciando su una strada senza ritorno. "




Paolo Ciampi - "Un nome"  - Giuntina edizioni.     

venerdì 16 marzo 2012

A proposito di Primavera

Il ciclo delle stagioni si rinnova di anno in anno e nonostante questo, ogni stagione, al suo ritorno, porta a noi sempre qualcosa di nuovo o di intramontabile.


A volte ci sono testi di canzoni che raggiungono la nostra interiorità, forse meglio di una poesia famosa.
Certo, anche la musica che accompagna il testo ha una sua importanza.


Comunque oggi ripropongo questo testo, sapendo che in tanti sapranno riconoscerlo.
Ma in fondo al testo metterò anche il link per poterla ascoltare....





La stagione del tuo amore 
non è più la primavera 
ma nei giorni del tuo autunno 
hai la dolcezza della sera 
se un mattino fra i capelli      
troverai un po' di neve 
nel giardino del tuo amore 
verrò a raccogliere il bucaneve 

passa il tempo sopra il tempo 
ma non devi aver paura 
sembra correre come il vento 
però il tempo non ha premura 
piangi e ridi come allora 
ridi e piangi e ridi ancora 
ogni gioia ogni dolore 
poi ritrovarli nella luce di un'ora 

passa il tempo sopra il tempo 
ma non devi aver paura 
sembra correre come il vento 
però il tempo non ha premura 
piangi e ridi come allora 
ridi e piangi e ridi ancora 
ogni gioia ogni dolore 
puoi ritrovarli nella luce di un'ora 


Il link per chi voglia ascoltarla:
http://youtu.be/sAAqcKmWB0s


giovedì 15 marzo 2012

Natura, paesaggi e psiche


"In qualche modo ognuno di noi è al tempo stesso goccia e oceano e acquista la propria individualità nel momento in cui affiora in superficie e si manifesta come onda ..."


E' quasi primavera, già tante piccole gemme sono spuntate, le forsizie stanno per esibire il loro bel colore giallo, primule e viole non mancano. Ma questo lo sa chi ha la fortuna di avere almeno un terrazzo o un piccolo giardino. Chi abita nelle città invece, soprattutto nelle periferie, cosa vede di questo risveglio sempre pieno di magia, anno dopo anno?
Leggo un articolo di Antoine Fratini che ha come titolo:


L'importanza dei paesaggi dal punto di vista psicologico 



"Mai come in questa epoca il territorio italiano è stato così martoriato dal cemento. Nemmeno ai tempi del boom economico del secondo dopo guerra. Da semplici materiali per la ricostruzione, il cemento e l’asfalto sembrano essere diventati oggi simboli di una umanità che ha perso ogni riferimento al mondo dell’anima.


Macchia Mediterranea- Orto botanico di Napoli


Essi costringono quel super-organismo che è Gaia, la Terra, e hanno all'incirca la stessa funzione dei giubbetti di contenzione che si mettevano ai cosiddetti “malati di mente” nei manicomi. 


Come se l’uomo, armato del potere tecnologico, avesse ingaggiato una sorta di ottuso braccio di ferro con la Natura. 


Solo che la forza di Gaia è infinitamente maggiore e più pericolosa per il sistema rispetto a quella dei pazienti psichiatrici. 


L’ipotesi Gaia di James Lovelock, uno dei padri della moderna scienza dei sistemi complessi, prende qui tutto il suo senso. Dal punto di vista sistemico è corretto affermare che il nostro pianeta possa reagire, anche in maniera drastica, all'aggressione dei suoi abitanti umani, così come farebbe qualunque organismo biologico insidiato da agenti infettivi o parassitari. 


Molti problemi ecologici, in particolare modo in ambito climatico, possono essere intesi in questo senso ...


I terremoti e le esondazioni dei fiumi, per esempio, distruggono le costruzioni di cemento armato, ma non le più snelle abitazioni dei popoli tribali sistemate con cura e rispetto in zone meno a rischio.


I fenomeni naturali hanno un’anima che il solo calcolo razionale non riesce a circoscrivere totalmente. 


Pertanto, la nostra “logica dell’abitare” il mondo risulta fondamentalmente sbagliata. Oltre che fortemente rischiosa.


Gli studi del sociologo Peter Groenewegen dell’Università di Utrecht, per esempio, hanno evidenziato che la sola esposizione alla Natura tende ad aumentare la sensazione di benessere psicofisico e che l’esercizio fisico svolto in ambiente naturale fornisce migliori risultati di quello svolto in palestra. Queste ricerche si limitano a registrare dei dati che però non trovano spiegazione scientifica convincente.


Il laghetto nel  Filiceto


Lo stesso discorso è applicabile alle motivazioni che hanno portato alla costituzione della convenzione europea sulla tutela dei paesaggi il cui Articolo 5.a impegna le Parti contraenti a " .... riconoscere giuridicamente il paesaggio in quanto componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni, espressione della diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale e fondamento della loro identità".


..............


 Riconsiderare il valore dei beni naturalistici vorrebbe dire essere un paese fondamentalmente moderno che si è lasciato alle spalle o che comunque ha preso le distanze da un tipo di economia che subordina ogni operazione al mero profitto.


Ma l’ormai “ex-Bel Paese” non è una nazione moderna in questo senso. Esso assomiglia molto più a quei paesi che, pur di uscire dal cosiddetto “sottoviluppo”, attuano politiche economiche del tutto incompatibili con le esigenze dell’ambiente, sperperando in quel modo una parte importante del loro eco-capitale. 


Gli elementi cardini dell’economia italiana, il mattone e il bullone (ai quali andrebbe aggiunto almeno l’agricoltura intensiva), sono dei più deleteri per l’ambiente e distruttivi per i paesaggi. Quindi anche per l’anima. Oggi, dalla pianura padana ai monti dell’Appennino e delle Alpi, gli scorci di paesaggi rimasti più o meno intatti sono rarissimi. 


Tra capannoni, stalle moderne, strade, circonvallazioni, antenne e ripetitori le macchie grigie e nere che si possono notare compiendo un semplice sorvolo aereo della penisola appaiono privi di soluzione di continuità. E tra poco è probabile che persino i crinali dei monti diano luogo a sfilze di enorme pale eoliche per la produzione di una energia della quale la stragrande maggioranza della gente non sa che fare.

martedì 13 marzo 2012

Indipendenza, consapevolezza... donne


Stamattina mi è capitato di leggere in rete sul sito Colori vivaci magazine, uno scritto riportato da Margherita (che io non conosco) e che a mia volta riporto qui. 
In effetti mi sembra di ricollegarmi al mio post sull'otto marzo e sulla condizione femminile oggi.


""L'area della libertà umana è l'ambito della consapevolezza interiore." Hannah Arendt


Scrive Margherita:


"Leggevo alcuni giorni fa un articolo su un quotidiano nazionale firmato da Michela Marzano (filosofa e docente all'Università di Parigi, si occupa di Filosofia Morale e Politica). L'attenzione era puntata sul concetto di indipendenza, ovviamente dal punto di vista delle donne, in passato oggetto di scrittura e pensiero da parte delle intellettuali. Si fa riferimento all'attuale condizione delle donne, per le quali modelli sono diventate esclusivamente attrici e cantanti. Non si parla più di libertà interiore, come avevano fatto Virginia Woolf e Simone de Beauvoir, Sibilla Aleramo e Hannah Arendt. 


Queste intellettuali non solo trasmettevano un messaggio d'indipendenza, ma soprattutto un modello nuovo di femminilità: essere donna non equivaleva a sottomettersi in quanto tale, ma bisognava assumersi la responsabilità della propria vita e del proprio pensiero.


 Il focolare domestico, alle quali le donne erano state relegate per secoli, diventa per Virginia Woolf nel libro Una stanza tutta per sé,  luogo privilegiato dove scoprire la libertà di essere autenticamente  stessa. 


Anche il primo romanzo femminista italiano di Sibilla Aleramo, Una donna, analizza quello che la vita avrebbe potuto e dovuto essere. 
Simone De Beauvoir


L'amore, la contraccezione e l'aborto spingono Simone de Beauvoir a decostruire gli stereotipi del patriarcato per valorizzare l'universalità della ragione: ogni donna deve poter avere il diritto di essere "altro" rispetto ad un semplice "corpo" programmato per la sessualità e la riproduzione.


La riflessione di queste intellettuali ci hanno portato alla consapevolezza, con le parole di Hannah Arendt nel libro Che cos'è la libertà, che "l'area della libertà umana è l'ambito della consapevolezza interiore". 


L'autonomia non è mai sinonimo di indipendenza totale, ma è sempre "con" gli altri che si costruiscono le basi del vivere-insieme.


domenica 11 marzo 2012

Non è ancora lunedì, ma ...



  • Abbiamo tutti una vita interiore. Tutti sentiamo di far parte del mondo e nello stesso tempo di esserne esiliati. Bruciamo tutti nel fuoco delle nostre esistenze. Abbiamo bisogno delle parole per esprimere ciò che abbiamo dentro.
          Paul Auster


  • La conoscenza del tutto e delle sue leggi, dell'insieme e della sua struttura, non è deducibile dalla conoscenza delle singole parti che lo compongono.
          Georges Perec


  • Non vi fa paura un mondo di analfabeti senza memoria che non sia quella dei loro computer?
         Harold Bloom 
(Quest'ultimo l'ho trovato sul blog di Carmen che ringrazio)



  • Non si può scegliere il modo di morire. E nemmeno il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora.
          Joan Baez




Una bella biografia di Joan Baez, qui

sabato 10 marzo 2012

La coppa dell'umanità, l'effimero e una tazza di tè


Capitando per caso sul sito Cure naturali, mi trovo immersa nella breve ma affascinante lettura di un articolo " OKAKURA KAKUZO E IL LIBRO DEL TÈ" scritto da Valeria Gatti.
Qui  il link

"Okakura Kakuzo, autore del libro del tè
Impossibilitato a difendere la propria cultura dall’interno del proprio paese, viste le molte restrizioni di un governo che invece voleva essere sempre più al passo con quello occidentale, Okakura Kakuzo trovò negli Stati Uniti, a Boston in particolare, la possibilità e lo spazio di dare voce ai suoi pensieri. Proprio a Boston, aiutato dall’amico Ernest Fenollosa, professore di filosofia ed economia politica, Okakura ha potuto scrivere in pace i suoi libri, tra cui Il libro del tè, appunto.

Il libro del tè: un antidoto alla follia occidentale
Okakura era molto spaventato dalla visione che stava maturando nell’uomo occidentale: per lui l’unica via di salvezza poteva essere riprendere e dare spazio a quelle antiche e semplici tradizioni orientali, che portavano con sé uno spessore di storia e di lavoro infiniti, come la cerimonia del tè poteva essere.
È così che nasce il primo capitolo del Libro del tè, intitolato 'La coppa dell’umanità'. 

Con questa immagine simbolica, Okakura Kakuzo manda un invito al mondo intero, un invito a cercare momenti di autentica comunicazione tra gli esseri, la natura, il mondo che li circonda, mantenendo una visione che è insieme rispetto e conoscenza profonda del passato e lungimiranza futura. 
In quest’ottica vanno considerati gli “universi interiori” del mondo, così da realizzare l’intima Unità dell’esistenza e poterne cogliere la bellezza interiore."



Nella frase sotto, tratta appunto dal libro, trovo fra le righe, una grande poesia:

"Oriente e occidente, come due draghi scagliati in un mare agitato, lottano invano per riconquistar il gioiello della vita… Beviamo, nel frattempo, un sorso di tè. 

Lo splendore del meriggio illumina i bambù, le sorgenti gorgogliano lievemente, e nella nostra teiera risuona il mormorio dei pini. Abbandoniamoci al sogno dell’effimero, lasciandoci trasportare dalla meravigliosa insensatezza delle cose." 
(Okakura Kakuzō)


Okakura Kakuzō (Yokohama26 dicembre 1862 – 2 settembre 1913)
Immagine trovata in rete
        

venerdì 9 marzo 2012

Oggi è il compleanno di Barbie




9 marzo 1959 - Viene venduta la prima Barbie, bambola destinata ad avere un enorme successo commerciale


La storia di Barbie (scrive Bordone Francesca su Filosofia e dintorni) inizia nel 1938, quando due giovani sposi, Ruth ed Elliot Handler, vanno a vivere a Los Angeles. 


Le varie vicende professionali che coinvolgono la coppia portano, nel 1945, 
alla nascita del nome "Mattel" dove "Matt" sta per Mattson ed "el" per Elliot. 
Hardol Mattson, amico di Elliot, lavora con lui nel garage di casa, trasformato in un vero e proprio laboratorio. 


Qui producono manufatti di legno ed in seguito anche mobili per case di bambole. 
Ruth collabora attraverso le sue idee, avviando la Mattel verso una produzione rivolta sempre più al mondo dei giocattoli. Vorrebbe anche iniziare a produrre le bambole. Lei aveva già in mente l'immagine "moderna" della bambola ideale: gambe lunghe, vita sottile, busto florido e tratti del volto 
dettagliati. (...)


La Mattel decide di usare il vinile come materiale di produzione e questo la porta a trovare nel Giappone un ottimo alleato, dove risiedevano numerose industrie specializzate nella lavorazione di questo materiale. 


Negli anni che vanno dal 1957 al 1964 la produzione di Barbie si espanderà da Hong Kong alla Corea.


Il nome è suggerito da quello della figlia degli Handler, Barbara. 
Il 9 Marzo del 1959, (questa e' la data ufficiale della nascita di Barbie) realizzarono la prima Barbara Millicent Roberts (nome completo di Barbie). 


Barbie debutta ufficialmente in occasione della fiera del giocattolo di New York. La bambola si preannuncia già come un fenomeno commerciale senza precedenti: durante il 1959 vengono 
vendute più di 350 mila Barbie al prezzo di 3 dollari ciascuna. 
Tale trionfo si deve in gran parte alla geniale intuizione di Ruth Handler, cioè commercializzare una bambola con ampio guardaroba fatto di abiti e accessori venduti separatamente. (...)


Per lei sono stati creati oltre 4800 accessori: abiti per ogni 
occasione (compreso un abito da sposa), completi di lingerie e di biancheria da notte, scarpe, borse, 
gioielli, mobili,  camper, tende, automobili e persino … una bara tutta rosa. 
Barbie ha avuto 14 cani, sette cavalli, due gatti, un pappagallo, un panda ed un delfino. 


Le Barbie si dividono in due categorie: quelle contenute nelle "Pink Box" (confezione) destinate al gioco e quelle  create per essere collezionate. Un mondo vasto e incantato, soprattutto per  la  serie da collezione,   a "tiratura limitata" che ogni anno si arricchisce di nuove proposte;  Barbie  non solo 
ha indossato abiti che hanno caratterizzato piu' di quattro decenni di storia della moda ma è andata oltre: alcuni tra i più importanti stilisti hanno creato  splendidi capi di  alta moda appositamente per 
lei. 
Stilisti famosi si cimentano ogni anno nella creazione di capi  destinati alla  bambola più popolare di tutti i tempi : dall'estroso  Bob Mackie, all'originale Moschino e ai raffinati Givenchy, 
Yves Saint Laurent, Christian Dior, Versace, Donna Karan   e Armani ... 


Barbie e psicologia: 
La comparsa della bambola Barbie nel 1958-59, pochi anni dopo Lolita, sembra aver provocato una rottura nelle pratiche sociali connesse all'infanzia e alla socializzazione delle bambine. 


In questo studio ho cercato di individuare il significato e le implicazioni di tale cambiamento, ovvero della sostituzione della bambola-bambina con una bambola-donna.
In Francia erano già esistite alcune bambole modelle come Bleuette, nel primo Novecento, e molte altre, sembra, fin dal XIV secolo.
In questo senso Barbie potrebbe semplicemente rivelare l’esistenza di un ciclo di vita delle bambole, un ciclo in cui la bambola-bambina si alterna con la bambola-modella. 


Tuttavia, l’originalità di Barbie si afferma per molte altre caratteristiche del tutto nuove: il suo aspetto sexy 
da pin-up; un successo incontrastato da oltre trent’anni; la natura simbolica del suo personaggio e infine la sua diffusione a livello mondiale. 


La bambola è un gioco per piccoli in due sensi: è un 
gioco che viene giocato dalle bambine e che ha tradizionalmente per oggetto un bambino. 
Ma la bambola è anche un gioco da adulti, perché la bimba si proietta nel futuro per identificarsi tradizionalmente nel ruolo materno. 
Con Barbie invece la bambola assume un’età indefinita: è 
un’adolescente presunta e una donna di fatto. Il suo aspetto fisico non inganna nessuno, e tanto meno l’universo che le si è costruito intorno nel corso degli anni e che le conferisce un’identità 
adulta. 
Sorge allora il problema del rapporto tra la bambina e la bambola, perché la bambina non assume più il ruolo di madre, ma quello di donna. Quale tipo di donna? 
Con la bambola Barbie la funzione di genitore scompare. Non ci si aspetta più che la bimba giochi alla madre e nella vasta 
famiglia che circonda Barbie i genitori sono completamente assenti.  (...)  Da “La bambola Barbie”  di Marianne Debouzy


giovedì 8 marzo 2012

Con parole altrui - sull'otto marzo


Da  mymag.it


Ho trovato il testo della lettera che ricopio sotto, su questo sito  


" Il problema è che le donne che “scelgono” di uniformarsi al conformismo imperante riproducendo pedissequamente i modelli sociali che vedono in tv e che probabilmente hanno seguito da bambine su spinta dei genitori non hanno sviluppato uno spirito critico perché non è stato loro insegnato.
… Questa è la visione ottimistica. 


Ma credo ci sia anche una più reale, ossia, loro han deciso così perché stanno bene così e del resto gliene importa molto poco. Non siamo più nel medioevo, non viviamo più distanti gli uni dagli altri, l’accesso all’informazione ed alla cultura è alla portata di tutti/e. Certo .. bisogna volerlo ..


Sugli abiti succinti.. che dire.. non credo sia l’abito da condannare ma l’atteggiamento della persona.


Io penso che per tante (sigh) donne, sentirsi libere, significa ricevere una mimosa, uscire in minigonna truccate e con le amiche, per andare prima al ristorante e poi allo spogliarello maschile.
Loro scelta, per carità. Contente loro …
Ma povere a mio avviso, molto povere.
Che nulla , ma proprio nulla hanno capito di questa giornata."




Ci sono, come quasi sempre, diverse angolazioni, da cui cogliere lo spirito di questa giornata.
Guardiamo per esempio questa foto di donna che sa ... ancora piangere.




mercoledì 7 marzo 2012

Una eccezione per una sfida piacevole


   
La bravissima I am del blog Essere niente mi ha gentilmente invitata a partecipare a questa sfida.


E' una eccezione, lo premetto, perché ho già rifiutato premi da altre persone altrettanto gentili, ma questo non lo considero un premio, mi sembra invece un piacevole passatempo che tuttavia fa riflettere.

Sfida Internazionale Sui Piaceri Semplici Dell'Anima


Devo elencare 10 cose che mi fanno star bene


  • Adoro l'estate, ma amo un po' tutte le stagioni;

  • Mi piace leggere, leggere e ancora leggere;
  • Mi piacciono  i giardini e fare giardinaggio;
  • Trovo bello contemplare il mare e l'orizzonte vasto della pianura; 
  • Non mi arrampico sugli alberi, come i gatti, ma come loro, adoro acciambellarmi in poltrona o su un letto con un libro in mano, al caldo e la mia cagnolina vicino; 
  • Un cosa dolcissima è il parlare con mia figlia, non solo di confidenze femminili, ma di cinema, letteratura, o di qualsiasi argomento dove possiamo confrontarci, arricchendoci;
  • Che piacere provo, quando, in inverno, dopo avere riempito il davanzale e la mangiatoia per gli uccelli con briciole, frutta secca, grasso ... vedo arrivare tanti tipi di uccellini a sfamarsi!
  • Vestire casual è la mia passione;
  • Amo in compenso le profumerie, anche se ora le frequento poco, per risparmiare;
  • Mi sento proprio bene quando la casa dove abito è tutta pulita e in ordine, con il parquet e i mobili che odorano di cera.



Incredibile, sono arrivata a dieci!!!


Ora cito un solo blog, lasciando comunque questa sfida a disposizione.


Il blog è Pianeta Tempo libero di Michele Scaperrotta.

martedì 6 marzo 2012

Stralci di pensiero altrui o aforismi


Gli aforismi del lunedì sono passati, questa settimana, al giorno dopo.


Da Emil Cioran (Răşinari, 8 aprile 1911 – Parigi, 21 giugno 1995):



  • Ammettendo l'uomo, la natura ha commesso molto più di un errore di calcolo: un attentato a se stessa. 


  • Quando si sa che ogni problema è un falso problema si è pericolosamente vicini alla salvezza.


  • La conversazione è feconda soltanto fra spiriti dediti a consolidare le loro perplessità.


Da Pier Paolo Pasolini  (Bologna, 5 marzo 1922 – Roma, 2 novembre 1975):



  • Chi dice che io sono uno che non crede, mi conosce meglio di quanto io conosca me stesso. Io posso essere uno che non crede, ma uno che non crede che ha nostalgia per qualcosa in cui credere.


  • Il fondo del mio insegnamento consisterà nel convincerti a non temere la sacralità e i sentimenti, di cui il laicismo consumistico ha privato gli uomini trasformandoli in bruti e stupidi automi adoratori di feticci.


  • Io so questo: che chi pretende la libertà, poi non sa cosa farsene.


lunedì 5 marzo 2012

E' lunedì... Zuccherosa ipocrisia

L'addio a Lucio. "Povero Marco, che crudeltà" padre Boschi tende la mano ad Alemanno - Bologna - Repubblica.it:


di SILVIA BIGNAMI
Quella bara nella basilica di San Petronio ha riunito la città nella sua chiesa mentre attorno alla cerimonia si scatena la bufera della comunità gay. Esequie sorvegliatissime dalla Curia. Da una parte le parole d'affetto di padre Bernardo Boschi, frate domenicano che durante l'omelia si rivolge direttamente al compagno di Lucio Dalla, Marco Alemanno, parlando della "scossa" provocata dalla notizia della sua morte: "Un tonfo... direi quasi crudele, vero Marco?" .


E dall'altra le parole di Monsignor Gabriele Cavina, che annuncia Alemanno come "collaboratore" di Dalla, e che nell'istante della Comunione invita la platea a rispettare il precetto: "Chi desidera accostarsi all'Eucarestia e si trova in peccato mortale, prima ricorra al sacramento della Confessione e faccia penitenza".

È proprio Alemanno del resto, col suo strazio, il suo dolore gridato in San Petronio, a dare un senso alla cerimonia che in via Altabella sembrano avere subìto: significativa l'assenza e il silenzio del cardinale Carlo Caffarra e del suo numero due don Giovanni Silvagni. Un dibattito che si scalda non appena la cerimonia si conclude, senza le musiche di Dalla, come del resto aveva suggerito la Cei per evitare la spettacolarizzazione del funerale. Eppure alla cerimonia c'è padre Idelfonso Chessa, che da anni seguiva il percorso spirituale 

di Dalla, e c'è Bernardo Boschi, il frate amico e confessore di Dalla che esordisce, nella sua omelia, augurando "Buon compleanno" all'artista, che proprio ieri avrebbe compiuto 69 anni. 

Boschi loda Dalla come "figlio vero" di Bologna, parla di lui con affetto: "Certo, ci ha lasciato in un modo impensato, inedito, e questo è Lucio. Anche se, certo, questo tonfo... quasi crudele, vero Marco?... ci ha lasciati tutti più soli, più tristi". Parlando a braccio, Boschi ricorda lo "spirito ironico" di Dalla, che non esita a definire di "clownesca creatività", e dissemina il suo discorso del suo gergo, dal "secondo tempo della vita", come l'artista definiva l'aldilà, alla "vita che verrà". "La terra finisce e là comincia il cielo", ancora un verso di canzone nell'omelia di padre Boschi, per dire che quelle sue canzoni Lucio le "attingeva dalla profondità, aveva una profonda sete di Dio, dell'assoluto", per dirgli che "questo popolo ti capisce, ci hai lasciato la tua insostenibile leggerezza dell'essere". E poi il saluto: "Tu ci davi serenità e gioia. Ti abbracciamo". Mentre i frati francescani di Assisi, che hanno inviato un messaggio, immaginano Dalla "volare in cielo insieme a San Francesco". 

Ma l'impressione che sulla cerimonia permanesse una cappa di "non-detto" esplode appena la cerimonia si conclude. Dopo che nei giorni scorsi Franco Grillini, presidente Gaynet, aveva parlato di "zuccherosa ipocrisia", ieri anche Lucia Annunziata ha parlato del funerale come di "uno degli esempi più forti di ipocrisia: vai in chiesa e ti concedono i funerali, basta che non dici di essere gay". Parole ieri riprese dallo stesso Grillini: "Se Dalla fosse stato gay dichiarato non gli avrebbero mai fatto i funerali in chiesa". 

Bagarre anche su Twitter, dove fa discutere la richiesta non comune di non fare la Comunione per chi è in peccato mortale: "Essere "collaboratori" è peccato mortale?", "Lo diranno anche ai mafiosi?", i messaggi. Così come viene giudicata ipocrita la definizione di "amico e collaboratore" di Alemanno, che da anni vive da Dalla, anche se né lui né l'artista si sono mai definiti compagni. "Ho pianto con Alemanno... che splendida dichiarazione d'amore", "Sentite condoglianze a Marco Alemanno per la morte del suo compagno Lucio Dalla", si legge sul social network. 



Tra questi, anche quello del capogruppo Pd Sergio Lo Giudice, che loda le agenzie di stampa che per la prima volta definiscono Alemanno "compagno" di Dalla: "Finalmente".


A chiosare, sempre su Twitter, è il leader Udc Pierferdinando Casini, che stempera così: "Le parole di Alemanno sono una bella testimonianza di amicizia e affetto"


Da La Repubblica Bologna del 5 marzo 2012 - articolo di Silvia Bignami

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