lunedì 30 aprile 2012

Aforismi con mele





Il diavolo è un ottimista se pensa di poter peggiorare gli uomini.
Karl Kraus


E' solo quando le persone diventano ignoranti e corrotte, quando degenerano in un popolino, che sono incapaci di esercitare la loro sovranità. 
James Monroe


C'è poca scelta tra le mele marce. 
William Shakespeare

La tv è una parentesi tra la prima e la prossima pubblicità...

La filosofia sembra che si occupi solo della verità, ma forse dice solo fantasie, e la letteratura sembra che si occupi solo di fantasie, ma forse dice la verità.
Antonio Tabucchi


Immagine presa dal web

domenica 29 aprile 2012

Ultima domenica di questo aprile

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Oggi non c'è il sole, anzi il mio barometro segna pioggia.
Eppure, in giardino, si sta bene. Sarà che adoro il grigio, qualche volta, in primavera e in estate, quando la natura è immersa da tanti altri colori.


Il mattino della domenica è sempre particolarmente silenzioso.


Un tempo, quando venni ad abitare qui, già prima di quest'ora, iniziavano a suonare le campane.
Qui dove abito, i campanari avevano sempre avuto un successo riconosciuto in tutta la Regione e non era insolito sentire le campane anche di sera, quando i campanari si esercitavano in vista di una gara fra di loro da tenere appunto di domenica.


Forse anche questo mestiere sta estinguendosi. 


Auguro a tutti una Buona domenica e ... a domani!


L'immagine è presa dal web



sabato 28 aprile 2012

Questa lieve brezza



È una benedizione questa lieve brezza
che soffia dai campi verdi e dalle nuvole
e dal cielo: mi batte sulla guancia
quasi consapevole della gioia che dà.

William Wordsworth

venerdì 27 aprile 2012

Sono un po' indecisa, ma .. ci provo.

Il post che ho messo mercoledì scorso, ha suscitato bei commenti.
Belli perché soprattutto personali, non il solito saluto di passaggio che pure è un segnale che apprezzo.
Ma il coinvolgimento qui è stato maggiore.


Quindi sono stata indecisa se rispondere individualmente o fare a mia volta un post personale di risposta a tutti gli amici e le amiche che hanno risposto.
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Per quanto mi riguarda, è diventato un fatto di principio non seguire la televisione.
La considero un'arma del Potere e non un mezzo informativo.


E' vero che occorre fare molta attenzione anche su internet, perché spesso circolano notizie fasulle, ma mi sembra che con un po' di esperienza, si possa riuscire a trovare fonti credibili o meno. E in tutti i casi le notizie sono tante e già questo aiuta a fornirsi un'opinione personale. 


A difesa della televisione, ammetto che a me piace leggere e quindi do la priorità assoluta a un libro.
Mi piacciono anche i film, non tutti. Me li guardo in DVD, magari presi a noleggio o prestati da qualche amico, in genere mia figlia.


Quanto  scritto da Cristina, a cui devo in modo particolare questo post di oggi, e che quindi ringrazio, mi aveva leggermente spiazzato.


Così come Francesco.


Ho dovuto riflettere sulla mia famiglia e me stessa. E mi sono chiesta:
- Come mai non ci ritroviamo insieme dopo cena seduti davanti ad uno schermo, ridendo o commentando insieme?
Quando vivevo con i miei genitori, era un'abitudine.-


Mi accorgo che non ci riesco più, non ho la pazienza di starmene lì seduta a guardare qualcosa che di solito non mi interessa.
Aggiungo il fatto che mio marito, ha una smania compulsiva: quella di premere 'sfacciatamente' e di continuo sul telecomando. 
Già questo mi taglia fuori.... :)))


Mia figlia a volte riusciva a stare con suo padre qualche sera e devo dire che li vedevo anche divertirsi insieme.  Sono io la pecora nera, allora.


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Quando sono sola in casa, mai e poi mai, mi viene in testa di accendere la TV.
Adoro il silenzio, o stare in giardino o farmi una passeggiata con Frida, la mia cagnolina.
Pertanto, sono considerazioni personali, le mie.


Indubbiamente, sarei ipocrita se sostenessi che la TV mi fornisce un piacere o un divertimento.
Non è così, per me la TV rimane priva di contenuti, con rarissime eccezioni.
Se poi penso alla pubblicità che si è costretti a subire, NO, non ce la faccio proprio. 


Per Sari: di Paolo Restuccia so solo quanto riportato nel link che segue  http://www.omero.it/docenti.php?itemid=133

E con questo ringrazio tutti di avere scritto e condiviso.



giovedì 26 aprile 2012

Gli ultimi giorni della televisione



Ho trovato questo articolo, girellando in rete, ieri, durante i momenti di riposo di una giornata finalmente dedicata al mio giardino.


Fonte Scuola di scrittura Omero Sezione Rivista Omero


È fatta, la televisione è morta. Tra poco sarà come il teatro o come la musica da camera che prima se la facevano i ricchi dentro casa e adesso se uno proprio vuole la va a sentire all'Auditorium. 


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Non sto dicendo che verrà seppellita da internet o che satellite e digitale terrestre le stanno scavando la fossa. No. Questo lo dicono tutti. 


Io dico che è già morta. La sera quando accendi il televisore fai una seduta spiritica; quando fai zapping è come se dicessi: alzati e cammina; il premio regia televisiva è La notte dei morti viventi; pagare il canone è come accendere un cero per povero nonno; e infatti tutti a dire quanto era buona e quanto era bella quella che c'era una volta.


Quando muore un mezzo di comunicazione di massa? Ovvio, quando non è più di massa. Quando quello che trasmette non interessa più la maggioranza delle persone. Quando i suoi scoop non hanno più forza. 


Se scrivi una cavolata su twitter rischi la diffusione planetaria. C'è perfino chi non riesce a smentire quello che è stato scritto da un falso sé stesso su facebook. 


Questi sono davvero i mezzi di comunicazione di massa oggigiorno, non la tv.


Anche la data del decesso è già scritta. È venuta a mancare il giorno di Pasquetta del 2012.


L'agonia in realtà era cominciata da tempo e la situazione si era aggravata il 29 marzo quando "Chi l'ha visto?" aveva cercato di ritrovare una signorina scomparsa. 


Solo che la signorina non era scomparsa e se ne stava bel bella a casa sua, una casa senza televisore. La trasmissione aveva mandato in onda le rituali fotografie ma niente. Secondo le cronache nessuno si è fatto vivo per dire: guardi che la signorina abita al piano di sotto. Nel frattempo lei se n'è andata in giro, ha ricevuto visite, ha condotto la sua vita normale senza che qualcuno la fermasse per dirle che la cercava la tv. Ma ve l'immaginate, solo pochi anni fa?


Poi il 9 aprile la troupe televisiva di un'emittente regionale è andata al suo indirizzo e l'ha trovata lì sorridente e stupita. Le sue dichiarazioni potrebbero essere incise sulla lapide che coprirà il televisore. Quando le hanno chiesto se era lei, ha risposto: "Sì, sono io". E dove era stata tutto questo tempo? "Comodamente a casa". E qualcuno l'ha incontrata? "Sono venuti a trovarmi dei miei allievi, sono stati molto carini". Hai capito? Neanche gli allievi l'hanno guardata a "Chi l'ha visto?"


La tv non sparirà certo di colpo e forse non sparirà affatto. Ci resterà accanto come una cosa un po' antica tipo il circo, oppure come roba colta tipo teatro, o come passatempi gradevoli tipo radio e cinema. 


Infatti, a differenza di quel che si crede, i mezzi di comunicazione non muoiono e non vengono sostituiti l'uno con l'altro ma si accumulano, mentre alcuni declinano altri prendono il sopravvento. 


In effetti i programmi televisivi più interessanti vivono male in tv, non fanno grandi ascolti, però rivivono su Youtube. E invece di un varietà di quattro ore con lunghi momenti noiosi, ti guardi solo quei tre o quattro minuti irresistibili. Vi pare poco?

Scritto da di Paolo Restuccia nella fonte sopra citata

Il neretto è mio e l'immagine è presa dal web.

martedì 24 aprile 2012

Ricordare la Resistenza


Il 25 aprile 2012 è il 67° Anniversario della liberazione d'Italia dall'occupazione nazifascista


Esiste un libro "La Controrivoluzione preventiva" di Luigi Fabbri pubblicato nel 1922 di cui si possono trovare notizie in rete e del quale riporto alcune righe dalla IV di copertina:

"Nel 1922 Luigi Fabbri compiva quarantacinque anni, era maestro elementare a Corticella in provincia di Bologna e militante anarchico da oltre vent'anni e, per questo, aveva subìto intimidazioni e bastonature da parte dei fascisti. La sua riflessione sul fascismo è anzitutto quella di un testimone che ha visto una città 'rossa' come Bologna diventare, nel volgere di pochi mesi, una roccaforte e anzi la "culla" del fascismo e della reazione anti-proletaria.
Dinanzi a un fenomeno nuovo e difficile da interpretare, la Controrivoluzione preventiva delineava il formarsi di una cultura reazionaria di massa promossa dallo Stato e dalla borghesia «con la triplice azione combinata della violenza illegale fascista, della repressione legale governativa e della pressione economica derivante dalla disoccupazione». ..."



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Altri pensieri:

  • La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano.Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.
       (Pier Paolo Pasolini)



  • Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma… privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. [...] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero.

      (Sandro Pertini)



  • Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero perché lì è nata la nostra costituzione. 

      (Piero Calamandrei)


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Foto da Rai News 24


Un fatto accaduto a Roma pochi giorni fa, il 21 aprile, è riportato su Rai News24



lunedì 23 aprile 2012

Rita Levi Montalcini e suoi aforismi


Ieri, 22 aprile, Rita Levi Montalcini ha compiuto 103 anni


L’Unità ne ha scritto, riportando alcuni suoi pensieri che anch’io ripropongo qui, assieme agli auguri per questa donna eccezionale.


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Rita Levi Montalcini 



  • Credo di poter affermare che nella ricerca scientifica né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine il compito intrapreso siano fattori essenziali per la riuscita e per la soddisfazione personale. Nell'uno e nell'altro contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare i problemi che altri, più critici e più acuti, non affronterebbero (La ricerca «partigiana»).


  • Dico ai giovani: non pensate a voi stessi, pensate agli altri. Pensate al futuro che vi aspetta, pensate a quello che potete fare, e non temete niente. Non temete le difficoltà: io ne ho passate molte, e le ho attraversate senza paura, con totale indifferenza alla mia persona.


  • Chi ha la fortuna di possedere la fede si avvale di un sostegno impareggiabile in tutte le fasi del percorso vitale. Se si sostituisce a un Dio antropomorfo, che premia i buoni, l'imperativo inciso nel programma genetico dell'Homo sapiens che il bene ha un premio in se stesso, e il male ha il suo castigo, il laico e il credente troveranno la risposta. (intervista a Uniroma Network).


  • Il cervello arcaico ha salvato l'australopiteco ma porterà l'homo sapiens all'estinzione. La scienza ha messo in mano all'uomo potenti armi di distruzione. La fine è già alla portata.


  • Il male assoluto del nostro tempo è di non credere nei valori. Non ha importanza che siano religiosi oppure laici. I giovani devono credere in qualcosa di positivo e la vita merita di essere vissuta solo se crediamo nei valori, perché questi rimangono anche dopo la nostra morte.

Fonte: L'Unità



domenica 22 aprile 2012

Madre Terra


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Trovo scritto sul sito della Lipu che oggi la natura torna protagonista, nel pieno della migrazione degli uccelli, e si prepara alla grande stagione della riproduzione


Nel corso di questi anni, cioè da quando nel 2008  ho aperto questo blog, ho avuto modo di scrivere sul 22 aprile, giorno dedicato alla nostra Terra:


Ripropongo quindi link a vecchi post:


22 Aprile: Giornata mondiale della Terra
e
Earth Day, Madre Terra


Ormai siamo tutti a conoscenza della necessità da parte di ognuno di noi di essere consapevoli,  non solo oggi, ma nella nostra quotidianità, che siamo ospiti della Terra e non i padroni.


Chiudo questo post con le parole di Giacca Rossa o Red Jacket.


Fratello! I nostri spazi un tempo erano grandi
E i tuoi molto piccoli. Adesso voi siete diventati 
un grande popolo e a noi non resta più
spazio per stendere le nostre coperte.
Adesso avete il vostro paese, ma non siete soddisfatti.
Volete imporci la vostra religione …
Fratello! Il Grande Spirito ci ha creato tutti quanti.
……………….


Red Jacket (Giacca Rossa) 1792. Brother, the Great Spirit Has Made Us All

Immagine presa dal web

sabato 21 aprile 2012

Sull'arte di diventare se stessi




Scrive Aldo Carotenuto in "Amare tradire"


Quest’arte di diventare se stessi non è incoraggiata dalla logica collettiva, perché la logica collettiva, colta al mantenimento della uniformità, vede nella diversità e nella differenziazione l’incombere di una minaccia. 


E’ per tale ragione che fin dalla nascita possiamo provare una sensazione strana come individui separati: la sensazione di essere degli intrusi, di non avere diritto di cittadinanza nella realtà.


Via via che i rapporti si moltiplicano nella nostra esistenza, l’impressione di non avere diritto a uno spazio, il proprio spazio, può intensificarsi: ci si si può sentire come quasi tutti i personaggi di Kafka, senza ‘carte in regola’.


Eppure saranno proprio la coscienza di questa emarginazione la rivendicazione del proprio ‘posto al sole’, la consapevolezza della propria unicità e diversità a indicare il percorso della individuazione.


E’ necessario infatti accorgersi che qualcosa è stato sottratto alla propria identità, perché tale si configura il tradimento primario, il più arduo da affrontare e dalla cui minaccia nessuno è risparmiato.
Zelig - Woody Allen e Mia Farrow
Scena del film Zelig di Woody Allen


Dobbiamo renderci consapevoli inoltre del fatto che insieme alla percezione di essere stati attesi "diversi" da come siamo si fonde lo stupore d’essere quindi stati rifiutati per come effettivamente siamo.


"Si tratta di dire di sì a se stessi, di porsi dinnanzi a se stessi come il compito più grave” sostiene Jung.


E’ questa la più grande opera d’arte che ci sia dato realizzare: possiamo lavorare e applicarci a ogni campo, ma l’opera di cui siamo i grandi artisti, i veri maestri, è la nostra individualità, e per conseguirla dobbiamo raggiungere la nostra dimensione più profonda.


Fonte: “Amare tradire” di Aldo Carotenuto – pag. 26 – Tascabili Bompiani

venerdì 20 aprile 2012

L’incredibile ritorno dell’ammazza-blog


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La norma ammazza-blog è tornata:
il testo è stato riproposto pari pari nel dl Intercettazioni portato avanti dal Ministro della Giustizia Severino.


Inizia tutto dalle parole dell’on. Antonio Di Pietro, pubblicate dall’ANSA:


È grave che nella bozza sulle intercettazioni sia rispuntata l’odiosa norma ammazza blog, voluta già dal governo Berlusconi. Il web è un baluardo della democrazia, uno dei pochi spazi che consente ai cittadini di avere informazioni e di dire la propria. L’Italia dei Valori si batterà affinché sia rispettato l’articolo 21 della Costituzione.


La questione contro cui il leader dell’Italia dei Valori punta il dito è quella di una norma già bocciata dalla storia, già stralciata dopo la sollevazione popolare e già francobollata come antidemocratica, vetusta e fuori dai canoni odierni del concetto di libertà di espressione. 


Quel che è comparso nella bozza del dl Intercettazioni proposto dal ministro Severino, infatti, altro non è se non la riproposizione fedele di quanto già anzitempo portato avanti dalla bozza di decreto firmata dall’ex-ministro Angelino Alfano (ed aspramente osteggiato nel pubblico dibattito in virtù della parificazione tra qualsivoglia sito Web ed un giornale cartaceo, attribuendo sproporzionate responsabilità a quanti portano online la propria opinione e facendo pendere una Spada di Damocle sulla libertà di opinione – rappresentata dal timore di poter incorrere in pericolose sanzioni in virtù di una norma semplicemente mal strutturata e di conseguenza pericolosa).


Il confronto tra i due testi può essere facilmente visualizzato parallelo contenuto nel link sopra riportato e comunque
La  differenza tra i due testi è limitata a tre scarni dettagli:


Se nella prima bozza il tutto è all’articolo 28, nella seconda bozza l’articolo di riferimento è il 25;
Se nel primo testo si fa riferimento al testo unico della televisione, nel secondo si fa più esteso riferimento al testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici;


Nella bozza Severino al punto d) viene aggiunto quanto segue: «ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica». Che nulla cambia, e anzi aggiunge, rispetto alla regolamentazione del mondo online.


La norma che era stata denominata "ammazza-blog", insomma, torna a far capolino nel dl Intercettazioni sperando di riuscire a farla franca dopo le polemiche dei mesi passati. Un tentativo deprecabile da parte di una qualche fonte anonima che ha tentato di inserire nel testo un principio già ampiamente discusso, bocciato e stralciato. La stessa Paola Severino, ministro della Giustizia del Governo Monti, dovrà qualche spiegazione per l’accaduto oltre ad un necessario impegno affinché l’articolo possa fuoriuscire dalla bozza.


Soltanto l’attenzione con cui la bozza è stata letta ed un immediato attivismo hanno consentito di identificare il problema, renderlo noto ed evidenziarne l’infida natura. Ed è con tutta evidenza in questo aspetto il lato peggiore della vicenda: il dibattito collettivo sul testo non è servito per impedire la riproposizione dello stesso medesimo testo in modo silente, a 
distanza di tempo, come nulla fosse successo. E tutto ciò senza che nessuno metta avanti un nome o un volto a sostegno del principio che tale intervento legislativo sembra voler imporre con ogni mezzo.


Con le parole di Fabio Chiusi:


Ora, le cose sono due: o c’è una precisa volontà politica, e allora (quel) qualcuno dovrebbe prendersi la responsabilità di esprimerla apertamente (invece di infilare il comma di nascosto in una legge sulle intercettazioni); o questa volontà politica non c’è. E allora sarebbe il caso di mettere fine una volta per tutte a questo progetto di legge insensato, nocivo e retrogrado.


Fonte





giovedì 19 aprile 2012

Tra andarsene e restare


Meta-fiori.JPG




Tra andarsene e restare è incerto il giorno,
innamorato della sua trasparenza.


Il pomeriggio circolare si fa baia;
nel suo calmo viavai si mescola il mondo.


Tutto è visibile e tutto è elusivo,
tutto è vicino e tutto è inafferrabile.


Le carte, il libro, il bicchiere, la matita
riposano all'ombra dei loro nomi.


Nella mia tempia il battito del tempo ripete
la stessa testarda sillaba di sangue.


Dell'indifferente muro la luce fa
uno spettrale teatro di riflessi.


Mi scopro nel centro di un occhio;
non mi guarda, mi guardo nel suo sguardo.


Si dissipa l'istante. Immobile.
Vado e vengo: sono una pausa.


Octavio Paz






mercoledì 18 aprile 2012

Uno stralcio da uno scritto di Frei Betto


Chi sia Frei Betto, lo si può trovare su Wikipedia qui 
Di lui non ho letto per intero, nessun libro.
Mi ha colpito soltanto una sua frase che mi sembra si possa adattare alla vita di tutti in determinati momenti.


Immagine di Nathan Ota


Quando l'essere umano abbandona l'immaginazione creatrice, il suo futuro gli appare come minaccia. Il nuovo gli fa paura. Quindi si rifugia nella nostalgia, come se nel passato stesse il migliore dei mondi. E' una sorta di ritorno all' Eden biblico, al "paradiso perduto" di Milton, alla sicurezza dell'utero materno diagnosticata da Freud.


Frei Betto (domenicano e scrittore, autore fra l'altro della biografia di Gesù "Uomo tra gli uomini" (Sperling & Kupfer) 





martedì 17 aprile 2012

Le Dee della Primavera: un vecchio post



Visto che continua a rimanere in testa, almeno secondo blogger, alla classifica dei post più popolari, ho deciso oggi, di riproporre un mio vecchio post: Le Dee della Primavera.
Sperando che sia di auspicio, perché sicuramente è vero che fino a poco fa c’era mancanza di pioggia, ma ora come ora, a mio avviso c’è assenza di sole, di luce e di calore.



Le Dee della Primavera


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Primavera è la stagione del risveglio della natura. 


L'improvviso sbocciare dei fiori, il volo degli uccelli migratori che fanno ritorno e la gioiosa danza di accoppiamento degli animali hanno sempre rappresentato un richiamo ancestrale molto potente, oltre che una fonte di inesauribile ispirazione per poeti e artisti.


Il simbolo della primavera è il tenero trifoglio, mentre i suoi colori sono tutte le tinte pastello e in particolare il rosa, che ci ricorda i rami dei peschi in fiore.


Est è la sua direzione, quella dove sorge il sole.


Primavera ha un'energia di "disponibilità", è esposta a contatti ed influenze (il fuoco la riscalda, l'acqua la appesantisce) e, come il vento di primavera, non è possibile imprigionarla poiché la libertà le appartiene.


Dato che tutti vibrano nella stessa energia della natura, anche gli esseri umani come gli animali e le piante sperimentano in primavera un desiderio di apertura, che spinge a fare nuovi progetti, a creare nuovi scambi, a desiderare nuovi incontri.


E' un po' come che si risvegliasse ogni volta, con l'arrivo della primavera, l'emozione della giovinezza, con tutto il carico di inquietudine, curiosità e allegria che la caratterizza.


E così anche noi siamo chiamate a rinascere noi stessi, come fa la natura, a rinnovarci, a lasciare indietro le pesantezze invernali per guardare alla nostra vita da una nuova prospettiva.


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Non c'è da stupirsi dunque, se ogni cultura ha "prodotto" le sue Dee che, archetipicamente, rappresentano il risveglio della natura a primavera e, per assonanza, quella fase della vita che precede la maturità, e che coincide - rispetto alle fasi lunari - alla luna crescente:
la fanciullezza, quel tempo in cui tutto deve ancora accadere e la vita appare piena di possibilità, l'alba del nuovo giorno che deve ancora arrivare, il fiore che ancora non è diventato frutto, ma già contiene tutto il potenziale del suo intero ciclo.

lunedì 16 aprile 2012

Pot-pourri di aforismi


  • Penso che l'inglese sia una lingua fantastica, ricca e musicale, ma ovviamente la propria lingua madre è quella più importante per un attore.
       Max von Sydow


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  • Uno schizofrenico abbiente, ricoverato in una casa di cura privata, avrà una prognosi diversa da quella dello schizofrenico povero, ricoverato con l'ordinanza in ospedale psichiatrico. 
Ciò che caratterizzerà il ricovero del primo, non sarà soltanto il fatto di non venire automaticamente etichettato come un malato mentale "pericoloso a sé e agli altri e di pubblico scandalo", ma il tipo di ricovero di cui gode lo tutelerà dal venire destorificato, separato dalla propria realtà
Franco Basaglia

  • Ci sono sempre falsi profeti. Ma nel caso della psichiatria è la profezia stessa ad essere falsa, nel suo impedire, con lo schema delle definizioni e classificazioni dei comportamenti e con la violenza con cui li reprime, la comprensione della sofferenza, delle sue origini, del suo rapporto con la realtà della vita e con la possibilità di espressione che l'uomo in essa trova o non trova.
        Franco Basaglia



  • I ladri di beni privati passano la vita in carcere e in catene, quelli di beni pubblici nelle ricchezze e negli onori.
          Marco Porcio Catone


domenica 15 aprile 2012

Domenica d'aprile

E' domenica. Una domenica d'aprile che non sa di primavera.

Una volta, la domenica, mio padre usciva a comprare i giornali, mia madre faceva i lavori di casa - quei lavori che non poteva fare durante la settimana, perché al lavoro. Preparava il mangiare, il famoso per me "arrosto della domenica" con patate al forno.
Prima ancora si cambiavano le lenzuola  e tutto aveva un sentore di pulito e di... arrosto.
In questo quadretto domenicale non riesco a vedere cosa facessi io.
Forse aiutavo mia madre.

Ripropongo solo un paio di frasi che mi risuonano dentro, ogni volta che mi ci imbatto:





"Se non fosse per i ricordi, il tempo non significherebbe nulla.
Eppure eccoci insieme seduti  dove la luce del tramonto è più bella, e l'ultimo raggio di sole è il più bello di tutti.
Era lì che ci riunivamo per dare l'addio a quei giorni abbronzati e scottati, che coloravano il fiume nella tenerezza del suo insonne sfuggire"

Pat Conroy - "Beach Music - Bompiani, pag. 172.





"Quando si parla di tempo non ci si riferisce, ovviamente, al tempo dell´orologio ma al tempo soggettivo, al tempo vissuto: il tempo interiore della speranza è il futuro come quello della attesa, il tempo interiore della nostalgia e della tristezza è il passato, benché con incrinature diverse, il tempo della gioia è il presente così friabile e così inafferrabile, il tempo dell´ira è il presente dilatato, e deformato, in slanci di aggressività, il tempo dell´ansia è il futuro: un futuro che si rivive come già realizzato nelle ombre dolorose di una morte vissuta come imminente".

Da Le emozioni ferite di Eugenio Borgna - Ed. Feltrinelli

sabato 14 aprile 2012

Il cane

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Il cane


Noi mentre il mondo va per la sua strada,
noi ci rodiamo, e in cuor doppio è l’affanno,
e perché vada, e perché lento vada.

Tal, quando passa il grave carro avanti
del casolare, che il rozzon normanno
stampa il suolo con zoccoli sonanti,

sbuca il can dalla fratta, come il vento;
lo precorre, rincorre; uggiola, abbaia.
Il carro è dilungato lento lento.
Il cane torna sternutando all’aia.


Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912)  – 
Myricae XIII -



venerdì 13 aprile 2012

Le quattro R



Vorrei ricordare a chi mi legge che da sabato 14 aprile (domani) prende il via la settimana nazionale di Porta la sporta.


Qui il link http://www.portalasporta.it/index.htm


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giovedì 12 aprile 2012

Una vecchia storia : Renato e Francesca a Napoli


L' eresia di Renato e Francesca comunisti soffocati dal PCI
Questo è un articolo di Erri De Luca comparso su Il Corriere della Sera nel 1995 e ripreso da Baldo nel suo blog Ramo di vento

"I suicidi implicano di rado dei mandanti, ma chiamano a correi i vivi.
Nel giro di due anni, tra il ' 59 e il ' 61, Renato Caccioppoli e Francesca Spada si sradicano di peso dal mondo con un colpo di pistola e con una scatola di sonniferi. Sono comunisti napoletani.

Con loro si chiude il dopoguerra che, se fu freddo nel mondo, fu assiderato a Napoli. 

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Ora lo sappiamo: la città fu ceduta agli americani per essere destinata a capitale militare dell' Alleanza atlantica nel Mediterraneo. Non fu una concessione, ma una confisca. Fosse caduta una sola bomba russa sull' Italia, sarebbe stata recapitata sul golfo. Qualcuno dirà : "Peccato", qualcuno si darà una grattatina, come è giusto che sia in una nazione che può misurare la propria unità ogni domenica sugli striscioni degli stadi

Ora sappiamo che il sindaco monarchico del dopoguerra, "ammiraglio" Achille Lauro, incarcerato perché fascista, fu scelto, liberato e arricchito dagli americani per garantire loro l' asservimento della città . 

E se il porto doveva essere al servizio della Sesta Flotta, allora bisognava trasferire altrove le linee di navigazione commerciale. Così l' ubbidiente Lauro spostò a Genova le sue navi, svuotando i moli e completando l' opera di desolazione. E pur diventando così un armatore ligure, fu sindaco di Napoli per quasi tutto il decennio Cinquanta. 

La città era così annichilita da concedergli la resa incondizionata di un voto a maggioranza assoluta. Napoli era stata sospesa dall' Italia e risarcita con l' aria affumicata d' olio delle raffinerie e con le elemosine procurate da un meridionalismo di questue alla Cassa manbassa del Mezzogiorno. Le persone di buona volontà , comunisti e non, presero il largo per non finire assiderate. 

Renato Caccioppoli e Francesca Spada tennero duro: e quando fu chiaro per loro che non restava più nessun presente e più nessun futuro chiusero la porta. 

I suicidi hanno la vocazione potente a essere gli ultimi. Il meridionalismo del Pci di quegli anni fece la sua brava cilecca, ma non avrebbe potuto granché contro i padroni del mondo. 
E questa è l' unica attenuante offerta dal lungo e commosso atto istruttorio scritto da Ermanno Rea ("Mistero napoletano", Einaudi, pp. 387, L. 28.000)

Suo intento è rianimare e riabilitare la figura travolta e travolgente di Francesca Spada, comunista in Napoli dal '45 al ' 61. Concesse dunque le attenuanti generiche al Pci di allora, non prevalenti  uguali alle aggravanti, l' atto istruttorio di Rea dilaga in larghezza di dettagli e di testimonianze. 

Si scoperchia un partito pentola, chiuso e incupito di sospetti all' interno e ostile verso il popolo dei vicoli intorno, cui rimprovera il vendersi per un piatto di pasta, la sua natura di sottoclasse infida, cui va contrapposta l' esigua compagine degli operai. 

Rea racconta le dissidenze addomesticate con l' esercizio punitivo delle autocritiche, comunque mai sufficienti, oppure espulse. Lo stalinismo resiste a Napoli non solo alla morte del titolare, ma anche alla denuncia dei suoi crimini, nel ' 56. 

Il partito, in mano ad Amendola in città , si arrocca nella sconfitta e isola il dissenso. Sono anni disperati di critiche soffocate, di cui sono spariti i verbali dagli archivi, come può scoprire Rea. Con la morte del matematico Caccioppoli e della musicista Francesca Spada si consuma in sacrificio quanto di meglio era stato prodotto dalla intelligenza febbrile e dalla passione d' essere cittadini del mondo di una città assiderata. 
Erano quanto di meglio non solo per latitudine di talento e competenza, ma per l' affezione spasmodica al luogo. Non vollero né poterono partire, anche se ridotti dal partito all' inutilità .

C'è un' antica storia: un uomo grida e grida per la sua città a ogni passante di pentirsi, di ravvedersi, di risorgere. Nessuno lo ascolta, ma lui prosegue lo stesso. E a un bambino che gli dimostra l' inutilità del suo sforzo risponde che grida non per cambiare gli altri, ma perché gli altri non cambino lui

La storia di Francesca Spada grida contro un partito cui diede ogni risorsa e che diffidò sempre di lei. Perché Francesca era una irregolare, aveva avuto due figli da un uomo che glieli aveva tolti e le impedì per anni di vederli. Poi ne ebbe altri due con il comunista Renzo Lapiccirella, uomo di gran valore e di forte presa sui militanti napoletani. Fu emarginato per la sua libertà di pensiero, per avere difeso il diritto al dissenso dei giovani studiosi del "Gramsci", e attaccato sul piano personale per il legame con Francesca. 

Perfino un abito da sera indossato da lei a teatro divenne un capo 
d' accusa. Il partito del progresso e della libertà riproduceva in  le riserve e le condanne che Francesca incontrava nella città del gelo.

Le migliori intelligenze vennero neutralizzate sprecando le risorse umane di un grandioso popolo di iscritti. Quel metodo ha forse compattato i ranghi, ma ha prodotto la diabolica selezione della mediocrità al vertice, guasto di allora e di oggi del principale partito di sinistra. Vizio politico fu diffidare di un popolo di disoccupati istigati dalle stesse autorità al contrabbando e alla clandestinità sociale. Era un popolo che d' inverno si sfoltiva di vecchi e di bambini, aggiungendo alle varie cause della mortalità anche il freddo, malattia grave per chi ha pure fame

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Quanto diversi sono stati i comunisti di cui ha fatto parte la mia generazione dalla fine degli anni Sessanta, che ficcarono le mani nelle trombe d' aria delle rivolte popolari, cercando un bandolo rosso da stringere fin dentro la sommossa di Reggio Calabria e poi trasferendosi in massa nel Sud. Vennero torinesi a Napoli, emiliani in Puglia, toscani in Sicilia e via rimescolando i meridiani e realizzando il primo vero contro scambio di risorse e di intelligenze tra Nord e Sud, primo risarcimento dell' emigrazione. Francesca e Renato non c' erano più ed era sbiadito anche il ricordo delle loro vite indocili e d' accusa. 

Ermanno Rea ha scritto una storia che spiega a quelli della mia età con un vasto esempio perché la mia generazione comunista non si è potuta servire del Pci. Personalmente devo a Rea una grande figura di donna che si è installata nel mio scarso album degli affetti e gli devo un ritratto finalmente soddisfacente di Renato Caccioppoli. 
Raffaele La Capria scrisse un gran libro di cui finora solo il titolo non mi convinceva: "Ferito a morte", che era per me eccessivo. Ora so che almeno due cittadini di quella Napoli hanno diritto a quella dedica. 
Alla città assiderata resta l' onore delle loro vite sacrificate a lei come un fumo d' incenso."
De Luca Erri
Pagina 31 
(30 settembre 1995) - Corriere della Sera



FONTEhttp://ramodivento.blogspot.it/2012/04/ricordo-di-renato-e-francesca-comunisti.html

Immagini prese dal web



mercoledì 11 aprile 2012

Il non-tempo e l'adesso


"La lettura potrebbe essere l'ultimo comportamento privato che non sia patologico né perseguibile. 
È di certo l'ultimo rifugio dall'epidemia del tempo reale. Perché la corrente della narrativa esonda dagli argini del reale. 
Il racconto denuda il lettore, tenendolo in un luogo che il tempo non può raggiungere.           

Il potere di un libro sta nella sua capacità di cancellarci, di espandersi o contrarsi senza limite, di girarsi intorno senza inizio né fine, di sfidare i nostri orari immaginari e lasciarci spogli per concederci scatti più essenziali. 

Le pagine che leggiamo sono un non-tempo, e scorrono molto lontano dalla pubblica arena. Fin tanto che rimaniamo lì, l'adesso si rivela la più audace delle invenzioni."

Richard Powers, "The Paris Review, Il Libro per Aerei, Treni, Ascensori e Sale d'Attesa", Fandango, Roma, 2012

martedì 10 aprile 2012

Aforismi dopo Pasqua





  • Si può passar sopra a un morso di lupo, ma non a un morso di pecora.
           James Joyce



  • In California c'è molta pulizia perché non buttano via la loro immondizia, la trasformano in show televisivi.
      Woody Allen



  • Se si riflette sull'esistenza umana, è molto più difficile spiegarsi come mai la maggior parte degli individui non provi l'ansia, che non invece perché mai a volte qualcuno la provi.
       Kurt Schneider


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Questi che seguono sono invece dedicati a Cinzia, come avevo promesso…



  • Una gran quantità di persone ha un’anima che adora nuotare. Volgarmente vengono chiamati pigri.
        Henri Michaux



  • La pigrizia non è altro che l'abitudine di riposarsi prima della fatica.

      Jules Renard



  • Per quanto sia meritevole essere attivi, ancora più lodevole è di mettere in luce, con la propria pigrizia, l'attivismo degli attivi e così, in certo modo, nobilitarlo.
      Manfred Hausmann

lunedì 9 aprile 2012

Il bar del tempo

8-tramonto-al-bar.jpg


IO NON VOGLIO DIVENTARE VECCHIO  



Io non voglio diventare vecchio
perché lo sono già stato mille volte
e so già il buio e quella vile tempesta.
Ora che piango come vidi
pianger mio padre, la stessa ruga e la testa
abbattuta, piena di sgomento,
imparo che la giovinezza
non corre nelle sorprese
del sangue ma nello sguardo che un vento
strappa da terra
per vedere in questo duro paese
l'infinita somiglianza tra Dio
e il viso di lei tutte le sere, i rami
nudi contro il cielo, il vino
fermo nel bicchiere...


Davide Rondoni


Il bar del tempo, Guanda, 1999


http://daviderondoni.altervista.org/index.php?option=com_content&task=view&id=12&Itemid=26

domenica 8 aprile 2012

Buona Pasqua a tutti!



Chiedo scusa, ho tentato da ieri di portare gli auguri ai vari blog.
Ma, vista anche la lentezza della connessione, non credo proprio di essere riucita a passare da tutti.

Quindi lascio qui un augurio per tutti, con affetto e simpatia.

Buona Pasqua!

sabato 7 aprile 2012

Pasqua e Anni d'Infanzia

Penso si tratti di una mia stranezza non ancora razionalizzata.
Certo è che, in prossimità della Pasqua, ogni anno vado a rileggere alcune pagine di "Anni d'Infanzia" di Sergej T. Aksakov.


Mi sono appena accorta di averlo fatto anche sul blog l'anno passato
Qui, in questo post ne avevo già riportate alcune righe.
Ne ripropongo qualcun'altra  ora:




betulle-in-una-foresta.jpg




" Ma è forse possibile mettersi a leggere o a scrivere, quando cominciano a fiorire i ciliegi odorosi, quando si schiudono i germogli delle betulle, quando i neri cespugli di ribes si rivestono della lanugine biancastra delle foglioline rugose che si stanno aprendo, quando i pendii delle montagne si ricoprono di  crochi lilla, azzurri, gialli e bianchi, che spuntano sotto la neve e che vengono chiamati sogno, quando l'erba ancora arrotolata a tubicino ricopre tutta la terra avvolgendo i boccioli dei fiori; quando le allodole dalla mattina alla sera si librano nell'aria proprio sopra il cortile, diffondendo i loro canti sommessi e uniformi che svaniscono nel cielo, canti che allora toccavano le corde del mio cuore e che non mi stancavo di ascoltare....


ribes.jpg


...quando le coccinelle e tutti i piccoli insetti escono alla luce di Dio, le farfalle bianche e gialle cominciano a baluginare e i bombi e le api  a ronzare; quando c'è movimento nell'acqua, rumore sulla terra, fremito nell'aria, quando anche i raggi del sole palpitano, penetrando attraverso la rorida primavera, intrisa di elementi vitali .... "


Anni d'Infanzia di Sergej T. Aksakow - Arcana Editrice, 1990.

mercoledì 4 aprile 2012

Il giardino delle lantane



E' arrivato il momento di dedicarmi alle pulizie di Pasqua.
In molte stanze della mia casa ancora impera il caos, non quello primordiale ma quello originato da noi abitanti ...


Qualcosa ho fatto, le tende sono state lavate, il parquet del piano di sopra è lucidato

Kim-and-George-Lead-Image.jpg
Mi serve ancora qualche giorno per sistemare bene il tutto.
Pasqua è Rinascita anche per i laici.


Avrei voluto quest'anno preparare  il giardino in modo che diventasse il giardino delle lantane.


Il tempo piovigginoso non mi aiuta, ma chissà.... forse troverò il vivaio giusto e qualche ora di sole.


Mi prendo perciò qualche giorno di pausa. E ne approfitterò per venire a visitare i vostri blog, cosa che ultimamente ho abbastanza trascurato.






Lascio qui, comunque, l'augurio per tutti di una Pasqua felice.




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