venerdì 29 maggio 2009

Il giardino nel bosco


In un mese di maggio
era nato sul limite di un bosco
un piccolo giardino,
così, per un capriccio di natura
o uno scherzo del vento.
V'era di tutto: viole, ciclamini,
rose, bottoni d'oro,
gladioli bianchi e azzurri fiordalisi;
lungo il tronco di un leccio,
alti su l'erbe i freschi semprevivi, salivano i convolvoli.
Tanta bellezza invero era sciupata,
che la zona del bosco
era lontana e mai nessuno vi andava.
Ma ugualmente felici,
i fiori si scaldavano al buon sole;
e facevano festa
ai leprotti, agli insetti ed agli uccelli:
a tutte le creature viventi
oppure solo di passaggio
nei boschi a maggio.

(Giuseppe Fanciulli)

mercoledì 27 maggio 2009

Ray Bradbury

Fahrenheit 451 (edito in Italia anche con il titolo "Gli anni della fenice") è un romanzo di fantascienza scritto da Ray Bradbury, uno scrittore nordamericano considerato fra i più grandi autori di letteratura fantascientifica.

Nasce come estensione del racconto breve The Fireman, pubblicato in Italia su Urania (Rivista in due puntate (nn. 13 e 14 - novembre e dicembre 1953) con il titolo "Gli anni del rogo".

L'ambientazione è quella di un ipotetico futuro nel quale leggere libri è considerato un reato per contrastare il quale è stato istituito un apposito corpo di vigili del fuoco, impegnato a bruciare ogni tipo di volume.

Il titolo del romanzo, non a caso, è riferibile alla temperatura di autocombustione (quella a cui la carta brucia spontaneamente - secondo le unità di misura imperiali), 451 Fahrenheit appunto, che corrispondono a 232,78° C.

Il testo, dal quale lo stesso Bradbury ha tratto una versione per il teatro, rientra nel filone della fantascienza sociologica e vuole rappresentare i rischi di una società dispotica.

Secondo alcuni critici vorrebbe altresì simboleggiare un'allegoria del maccartismo imperante nella società statunitense dei primi anni Cinquanta.

Secondo altri, l'autore avrebbe inteso prefigurare semplicemente una società utopica cresciuta all'ombra di cervellotici machiavellismi.

Al titolo di questo romanzo si è ispirato il regista statunitense Michael Moore per il suo documentario "Fahrenheit 9/11" ispirato ai fatti dell'11 settembre 2001.

martedì 26 maggio 2009

Cominciò l'estate del 1928

L'erba sussurrava sotto il suo corpo. Douglas abbassò il braccio sentendo il solletico dell'erba sulla pelle e più lontano le dita dei piedi si flettevano nelle scarpe. Il vento soffiava intorno alle orecchie che parevano diventate conchiglie.
I fiori erano soli, chiazze di cielo cadute in mezzo ai boschi. Gli uccelli scattavano come sassi lanciati nel vasto stagno rovesciato del cielo. Gli insetti volavano con chiarezza elettrica

Sono vivo sul serio, pensò. Non l'ho mai saputo prima e se l'ho saputo l'ho dimenticato.
Pensaci! Hai dodici anni e te ne accorgi solo adesso......

L'Estate incantata (Dandelion Wine) è stato pubblicato per la prima volta nel 1957.

Scrive G. Lippi nella prefazione:

"Più che un romanzo L'estate incantata è una serie di di episodi strettamente legati fra loro e accomunati dal fatto di svolgersi a Green Town, una immaginaria cittadina dell'Illinois, nell'estate del 1928.
I protagonisti sono parecchi, ma il filo conduttore della storia è rappresentato dai due fratelli Douglas e Tom.

Anche questa storia di Bradbury è essenzialmente una storia di ragazzi: ragazzi non visti con l'occhio dell'adulto che analizza e guarda in prospettiva, ma con la stessa ottica dilatata del coetaneo.

Ciò che più sorprende ne L'Estate incantata è la presenza di personaggi che appartengono a due soli classi di età, o quasi: i giovanissimi e i vecchissimi.

Bradbury avverte l'affinità che esiste tra loro e che consiste nell'assenza di responsabilità.

Sono queste le età della vita in cui accadono - o si può immaginare che accadano - le magie e gli incantesimi ...



"La marea gialla - essenza di un mese bellissimo - veniva versata nella macina e usciva dal becco di sotto per essere travasata nei recipienti di terracotta, fatta fermentare e racchiusa nelle bottiglie lavate per l'occasione. Poi veniva sistemata in file ordinate, dorate, negli scaffali bui della cantina.
Vino di dente di leone.

Parole che significavano estate. Il vino era l'estate catturata e messa in bottiglia.

E adesso che Douglas sapeva di essere veramente vivo e si muoveva tra le cose del mondo per vederle e toccarle tutte, pareva appropriato che un po' di quella nuova coscienza, di quel giorno di vendemmia così speciale, venisse conservato e tappato in cantina, per essere aperto magari in gennaio, durante una nevicata, quando il sole fosse dimenticato da settimane ...

E là, fila su fila, col delicato splendore dei fiori che sbocciano di primo mattino, con la luce di giugno che brilla sotto uno strato di polvere, avrebbe ritrovato il vino di dente di leone.

Guardalo attraverso quel vino il giorno di inverno e la neve si scioglierà sull'erba e gli alberi saranno ripopolati di uccelli, e foglie e fiori si apriranno di nuovo come un continente di farfalle che volano nel vento ...."


Da "L'Estate incantata" di Ray Bradbury - Oscar Mondadori

domenica 24 maggio 2009

Vivere naturalmente


Quando più uno vive solo, sul fiume o in aperta campagna, tanto più si rende conto che non c'è nulla di più bello e più grande del compiere gli obblighi della propria vita quotidiana, semplicemente e naturalmente.

Dall'erba dei campi alle stelle del cielo, ogni cosa fa proprio questo.

C'è tale pace profonda e tale immensa bellezza nella natura, proprio perché nulla cerca di trasgredire i suoi limiti.

Tagore

giovedì 21 maggio 2009

Tempo di fragole


Oggi sono andata dal contadino che vende fragole.

La parola "fragole" mi riporta spesso all'infanzia e al film di Bergman "Il posto delle fragole" - che rimane sempre uno dei miei preferiti.

La fragola è in realtà un falso frutto: la parte commestibile è il ricettacolo floreale accresciuto e costellato in superficie da piccoli acheni, i veri frutti.


Sappiamo tutti dove crescono le fragole: nei boschi e sono le fragoline selvatiche, nei climi temperati con una esposizione non troppo soleggiata e sono quelle che nella maggioranza utilizziamo noi.


Contengono grandi quantità di vitamina C e pectine anti-colesterolo, sono ricche di calcio e contengono fosforo, ferro, magnesio, potassio, vitamine del gruppo B, fibre ...

Dicono siano molto utili in caso di raffreddore e stanchezza, rinforzano infatti i meccanismi di autodifesa dell'organismo.

E' uno dei pochi frutti adatti ai diabetici, poiché contiene uno zucchero, il levulosio, che richiede un basso intervento di insulina per il suo assorbimento.

La fragola selvatica o fragola di bosco è originaria dell'Europa e della Siberia e si è diffusa in tutte le regioni del mondo.

Su indicazione di alcuni botanici a conoscenza della presenza di nuove varietà di origine americana, all'inizio del 1700 - un ufficiale della marina francese importa in Europa, dall'America, piante di fragole differenti da quelle locali, dai frutti meno profumati, ma più polposi.

La coltivazione di queste nuove piante si diffonde velocemente e i nuovi frutti scalzano, sul mercato, le costose fragoline selvatiche.

Qualche notizia sulla vita di Bergman, qui

mercoledì 20 maggio 2009

Due giorni di maggio in giardino



Questa è stata la mia "postazione" ieri e oggi.

Libri, silenzio intercalato a trilli di uccelli.

Dimentico: oltre ai libri, le forbici, per tagliare i fiori appassiti o qualche rametto che punta ai miei occhi...

La notizia più bella per me è che il tiglio sta mettendo i fiori.

Quando, anni fa, non abitavo qui e non avevo tigli in giardino, ma alberi di altro tipo, certe sere mi colpiva l'odore dei tigli portato dal vento.

Il tiglio parla di amore, parla di estate, di mare, di vacanze. Infatti era uno struggimento, camminare per le strade della città con gli amici, annusando questo odore.

Se sentivo dentro di me un vuoto, una mancanza, era chiaro che la persona con cui passeggiavo non era l'Amore da me desiderato.

Una specie di test psicologico...

Fino a che il tiglio o il vento o entrambi mi hanno "indicato" la persona giusta.

Comunque, finalmente è arrivata l'estate e finalmente non indosso più maglioni, ma belle magliette colorate.

Nota disturbante: nonostante il mio eremo, mi sono arrivate ugualmente notizie di Berluskoni e le zanzare-tigre mi hanno punto quasi a sangue.


domenica 17 maggio 2009

Lunghe siepi vive



Lunghe siepi vive
di uccelli e moscerini e larghe bianche farfalle

E sembra che il fiore del biancospino
vita abbia preso e palpiti nel vento.

(Elizabeth Barrett Browning)


Di questa poetessa ho scritto QUI

sabato 16 maggio 2009

Per la mia indimenticabile Kitty



"Una persona può imparare molto da un cane, anche da un cane strambo come il nostro", scrissi.

"Marley mi ha insegnato a vivere ogni giorno con sfrenata esuberanza e gioia, a cogliere il momento e seguire il mio cuore.
Mi ha insegnato ad apprezzare le cose semplici: una passeggiata nei boschi, una fresca nevicata, un sonnellino in un raggio di sole invernale.

E mentre diventata vecchio e malandato, mi ha mostrato l'ottimismo di fronte alle avversità.

Soprattutto mi ha insegnato l'amicizia, l'altruismo e una profonda devozione."

Questo brano, tratto da "Io e Marley" di J. Grogan, si riferisce ad un cane forse un labrador.

Kitty era uno schnauzer medio, femmina , pepe e sale. E' stata la mia amica per 13 anni, mi ha insegnato la dignità, l'affetto, la gioia. E' ancora la mia amica migliore.

venerdì 15 maggio 2009

Qualche riflessione sul rospo comune


Riporto qualche brano di questo articolo scritto da George Orwell:

"Il fatto che i piaceri della primavera sono disponibili a chiunque e non costano niente ... nemmeno le stradine cupe e strette intorno alla Banca d'Inghilterra possono tenerla a distanza, perché la primavera penetra dovunque, come uno di quei nuovi gas velenosi che passano attraverso tutti i filtri.
Spesso si dice che la Primavera è 'un miracolo' ... Dopo i durissimi inverni che abbiamo dovuto sopportare di recente, la primavera sembra davvero miracolosa, perché era sempre più difficile convincersi che sarebbe tornata ...

"E' male trarre piacere da questo e da altri cambiamenti stagionali? Per dirla con maggior precisione, è politicamente reprensibile, nel momento in cui tutti stiamo gemendo (o dovremmo genere) sotto la macina del sistema capitalistico, compiacersi del fatto che la vita è più degna di essere vissuta perché un merlo canta, un olmo ingiallisce in ottobre, o si verifica qualche altro fenomeno che non costa niente e manca di ciò che i giornali di sinistra chiamano "la prospettiva di classe?" So per esperienza che un qualsiasi riferimento alla "natura" in uno dei mie articoli mi farà piovere un certo numero di lettere di protesta... Una è che il trarre piacere dai comuni processi della vita incoraggia una sorta di quietismo politico: la gente, si pensa di solito, deve essere insoddisfatta ed è nostro compito moltiplicare le nostre richieste, non gioire di quello che amiamo già.

L'altra idea è che noi viviamo nel tempo delle macchine e che non amare le macchine sia reazionario, frutto di arretratezza mentale e anche un po' ridicolo. ...."


"Qualche riflessione sul rospo comune" è un delizioso articolo scritto da George Orwell nel 1946 e riportato in Cronache Bradburyane da Giuseppe Lippi.

giovedì 14 maggio 2009

La tragedia del Coro

Nella tragedia greca il coro ha una sua necessità: soffrire in una maniera diversa per portare il dolore dei protagonisti.

Il coro non fa niente, non può far niente: è là per vivere il dolore dell'impossibilità e, senza consolazione, guarda soffrire il loro dolore.

Il Coro ha la sua propria tragedia: quella del testimone impotente, dell'esilio, del proibito, dell'esclusione.

Tutto questo lo porta ad essere privato del bene più prezioso: la possibilità di agire.

Credo che il Coro - immobilizzato com'è da chiodi invisibili - inchiodi al loro posto anche gli spettatori, facendo loro capire che sono fatti della stessa carne dei protagonisti.

Il corpo del Coro è percorso, calpestato, ricalpestato dalle corse degli assassini e delle vittime.
Sa tutto, ma rimane un messaggero tremante della memoria.



http://a-sinistra.blogspot.com/2009/05/restiamo-umani.html

martedì 12 maggio 2009

L'aria profuma di timo


" ... E' una giornata talmente bella.
L'aria profuma di timo, gli alberi da frutto sono tutti in fiore.

Ma questo non significa nulla per i barbari;
anzi, loro nelle belle giornate preferiscono invadere.
C'è maggiore visibilità per i saccheggi ed i massacri.

Questi sono gli stessi barbari che - ho sentito dire - riempono di vittime gabbie di vimini e le incendiano in sacrificio ai loro dèi. Comunque sono molto lontani.

Ammesso che riescano ad attraversare il Reno, ammesso che vengano uccisi a migliaia, ammesso che il fiume non venga a tingersi del rosso del loro sangue, ci vorrà molto tempo prima che arrivino qui.

Non accadrà durante la nostra vita, forse."

(Da "Disordine morale" di Margaret Atwood - Ed. Ponte Alle Grazie)


lunedì 11 maggio 2009

Sicofanti

Ci sono momenti in cui non è sufficiente avere la coscienza pulita.

Mio padre tante volte ha cercato di inculcarmi questo concetto:

"Se non hai fatto niente contro la tua coscienza, vai a testa alta e lascia che dicano ...".

Si riferiva agli invidiosi, ai calunniatori, ai traditori, ecc... ovviamente.

Per descrivere questa bella gente, mi viene in mente la parola "sicofante" che, etimologicamente, viene dal greco e indicava coloro che denunciavano i ladri di fichi.
Col tempo, il significato della parola è diventato quello di Delatore, Calunniatore.
Oggi, addirittura, si usa per lo più in senso enfatico o burlesco - appunto per Mentitore, Spia, Imbroglione.

Nonostante la tranquillità della mia coscienza, mi sono trovata disgustata da come continua ad avanzare la malvagità delle persone. Persone che si autoproclamano salvatori dell'umanità e non hanno il coraggio di mettersi su un blog con il loro nome e cognome.
Persone che diffamano altri pur di far trapelare la loro nobiltà d'animo - anonima anche questa, naturalmente.

Persone che ti fanno sentire "invasa", la privacy è sparita.

Cosa aggiungere? Che non chiudo il blog per ora. Qui ho trovato amici ed amiche,
ma ho bisogno di smaltire questo forte disgusto.

Quindi ci ritroveremo, sperando che gli strani individui, nel frattempo, abbiano fatto fagotto, magari in manette.

Un caro saluto a tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggermi.

So che qualcuno non capirà niente di quanto ho scritto. Beati loro!

sabato 2 maggio 2009

Maggio


Sembra che il nome di questo mese abbia una origine incerta.
Antichi scrittori hanno creduto che derivasse da Maya, la madre di Mercurio, a cui tutti i Romani erano soliti sacrificare nel primo giorno del mese.

"May-day" è il nome dato in Inghilterra al primo giorno del mese, quando in passato la gente usciva per le strade a dare il benvenuto alla Primavera.

Le "Regine di Maggio" e i "Maio", o pali di maggio ornati di fiori, erano, un tempo, comuni in tutto il paese.

L'ultimo maio eretto in Londra fu demolito nel 1717.

Nel calendario romano questo mese è detto mese di Maria.

Ode (Maggio)


Mentre la terra stessa sta adornando
questa dolce mattina di Maggio,
e i bimbi raccolgono fiori,
ovunque
in mille valli lontane e vaste,
mentre brilla caldo il sole
e il bimbo salta tra le braccia della madre ...

Allora cantate uccelli, cantate cantate una gioiosa canzone
e lasciate che gli agnellini saltellino come al suono di un tamburello.
Noi col pensiero ci uniremo a voi.
Voi che suonate, voi che giocate,
voi che attraverso il cuore, oggi, sentite
la letizia del Maggio.

(William Wordsworth - Ode)

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