Nella tragedia greca il coro ha una sua necessità: soffrire in una maniera diversa per portare il dolore dei protagonisti.
Il coro non fa niente, non può far niente: è là per vivere il dolore dell'impossibilità e, senza consolazione, guarda soffrire il loro dolore.
Il Coro ha la sua propria tragedia: quella del testimone impotente, dell'esilio, del proibito, dell'esclusione.
Tutto questo lo porta ad essere privato del bene più prezioso: la possibilità di agire.
Credo che il Coro - immobilizzato com'è da chiodi invisibili - inchiodi al loro posto anche gli spettatori, facendo loro capire che sono fatti della stessa carne dei protagonisti.
Il corpo del Coro è percorso, calpestato, ricalpestato dalle corse degli assassini e delle vittime.
Sa tutto, ma rimane un messaggero tremante della memoria.
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