Capitando per caso sul sito Cure naturali, mi trovo immersa nella breve ma affascinante lettura di un articolo " OKAKURA KAKUZO E IL LIBRO DEL TÈ" scritto da Valeria Gatti.
Qui il link
"Okakura Kakuzo, autore del libro del tè
Impossibilitato a difendere la propria cultura dall’interno del proprio paese, viste le molte restrizioni di un governo che invece voleva essere sempre più al passo con quello occidentale, Okakura Kakuzo trovò negli Stati Uniti, a Boston in particolare, la possibilità e lo spazio di dare voce ai suoi pensieri. Proprio a Boston, aiutato dall’amico Ernest Fenollosa, professore di filosofia ed economia politica, Okakura ha potuto scrivere in pace i suoi libri, tra cui Il libro del tè, appunto.
Il libro del tè: un antidoto alla follia occidentale
Okakura era molto spaventato dalla visione che stava maturando nell’uomo occidentale: per lui l’unica via di salvezza poteva essere riprendere e dare spazio a quelle antiche e semplici tradizioni orientali, che portavano con sé uno spessore di storia e di lavoro infiniti, come la cerimonia del tè poteva essere.
È così che nasce il primo capitolo del Libro del tè, intitolato 'La coppa dell’umanità'.
Con questa immagine simbolica, Okakura Kakuzo manda un invito al mondo intero, un invito a cercare momenti di autentica comunicazione tra gli esseri, la natura, il mondo che li circonda, mantenendo una visione che è insieme rispetto e conoscenza profonda del passato e lungimiranza futura.
In quest’ottica vanno considerati gli “universi interiori” del mondo, così da realizzare l’intima Unità dell’esistenza e poterne cogliere la bellezza interiore."
Nella frase sotto, tratta appunto dal libro, trovo fra le righe, una grande poesia:
"Oriente e occidente, come due draghi scagliati in un mare agitato, lottano invano per riconquistar il gioiello della vita… Beviamo, nel frattempo, un sorso di tè.
Lo splendore del meriggio illumina i bambù, le sorgenti gorgogliano lievemente, e nella nostra teiera risuona il mormorio dei pini. Abbandoniamoci al sogno dell’effimero, lasciandoci trasportare dalla meravigliosa insensatezza delle cose."
(Okakura Kakuzō)
Okakura Kakuzō (Yokohama, 26 dicembre 1862 – 2 settembre 1913)
Immagine trovata in rete