martedì 13 marzo 2012

Indipendenza, consapevolezza... donne


Stamattina mi è capitato di leggere in rete sul sito Colori vivaci magazine, uno scritto riportato da Margherita (che io non conosco) e che a mia volta riporto qui. 
In effetti mi sembra di ricollegarmi al mio post sull'otto marzo e sulla condizione femminile oggi.


""L'area della libertà umana è l'ambito della consapevolezza interiore." Hannah Arendt


Scrive Margherita:


"Leggevo alcuni giorni fa un articolo su un quotidiano nazionale firmato da Michela Marzano (filosofa e docente all'Università di Parigi, si occupa di Filosofia Morale e Politica). L'attenzione era puntata sul concetto di indipendenza, ovviamente dal punto di vista delle donne, in passato oggetto di scrittura e pensiero da parte delle intellettuali. Si fa riferimento all'attuale condizione delle donne, per le quali modelli sono diventate esclusivamente attrici e cantanti. Non si parla più di libertà interiore, come avevano fatto Virginia Woolf e Simone de Beauvoir, Sibilla Aleramo e Hannah Arendt. 


Queste intellettuali non solo trasmettevano un messaggio d'indipendenza, ma soprattutto un modello nuovo di femminilità: essere donna non equivaleva a sottomettersi in quanto tale, ma bisognava assumersi la responsabilità della propria vita e del proprio pensiero.


 Il focolare domestico, alle quali le donne erano state relegate per secoli, diventa per Virginia Woolf nel libro Una stanza tutta per sé,  luogo privilegiato dove scoprire la libertà di essere autenticamente  stessa. 


Anche il primo romanzo femminista italiano di Sibilla Aleramo, Una donna, analizza quello che la vita avrebbe potuto e dovuto essere. 
Simone De Beauvoir


L'amore, la contraccezione e l'aborto spingono Simone de Beauvoir a decostruire gli stereotipi del patriarcato per valorizzare l'universalità della ragione: ogni donna deve poter avere il diritto di essere "altro" rispetto ad un semplice "corpo" programmato per la sessualità e la riproduzione.


La riflessione di queste intellettuali ci hanno portato alla consapevolezza, con le parole di Hannah Arendt nel libro Che cos'è la libertà, che "l'area della libertà umana è l'ambito della consapevolezza interiore". 


L'autonomia non è mai sinonimo di indipendenza totale, ma è sempre "con" gli altri che si costruiscono le basi del vivere-insieme.


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