lunedì 24 novembre 2008

La Celebrazione dei Misteri ad Eleusi

La celebrazione finale dei Misteri ad Eleusi durava nove giorni: i primi tre erano di preparazione e di purificazione.

Nel quarto giorno un carro trainato da buoi sfilava davanti ai soli Iniziati, mentre i profani erano obbligati a ritirarsi persino dalle finestre. Al seguito del carro sfilavano alcune donne che portavano delle ceste contenenti nell’ordine: focacce (nero) (il pane allora non era bianco ma quasi nero), lana (bianco), melagrane (rosso fuoco) e papaveri (rosso).

Il “rosso” dei papaveri ha comunque una valenza di “oro” che si aggiunge all’oro di cui erano fatte le ceste.

Infatti i papaveri, nascendo nei campi di grano e quindi sacri a Demetra, a cui si ispiravano i Misteri Eleusini, rappresentano il confine tra ciò che è commestibile e ciò che non lo è.

Sono in definitiva un alimento sacro che non è un vero alimento e rinascono nel grano che ha il colore dell’Oro senza essere stati seminati, come quindi la Fenice.

E’ stupefacente, come già allora, vi fosse un simbolismo così preciso e dettagliato.

Nel quinto giorno i Mystes dovevano vagare al buio per tutta la notte, imitando la ricerca che fece Demetra per ritrovare la figlia Persefone – rapita da Plutone.

Il sesto giorno gli Iniziandi scortavano con alte grida e danze, un carro trionfante con la statua di Iacco coronata di mirto, che veniva trasportata da Eleusi ad Atene.

Il simbolismo legato ad Iacco (che è una seconda personificazione di Bacco) è molto complesso ed ha significati che si ricollegano ai Misteri di Mitra e di Osiride.

Iacco è figlio di Demetra e di Zeus. Inseguito dai Titani per ordine di Era, gelosa e irata, assume la forma di Toro (il Toro cosmico di Mitra) per sfuggire alla cattura, ma viene scovato e smembrato e le parti del suo corpo vengono messe a bollire in un grosso calderone.

Zeus, supplicato da Demetra, ordina ad Apollo di riunire quanto resta di Iacco sul Parnaso.

Intanto Atena (la Scienza) porta a Zeus il cuore ancora palpitante di Iacco che Zeus inghiotte al fine di ridargli la vita. (Rinascita della Fenice)

Tutto questo detto in modo molto sintetico, solo per spiegare perché fosse la statua di Iacco a guidare il corteo trionfale. Nei restanti tre giorni l’Iniziando pregava, meditava su quanto visto e riceveva l’iniziazione vera e propria da parte dei Maestri.

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