mercoledì 19 novembre 2008

Il dubbio




In un passo delle "Confessioni" Sant'Agostino si interroga sull'idea del tempo - muovendo verso quei luoghi del dubbio che imprimeranno al suo pensiero il fascino irresistibile del mistero.

"Cos'è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so. Tuttavia, questo posso affermare con fiducia di sapere:che, se nulla passasse, non vi sarebbe un tempo passato, e se nulla venisse, non vi sarebbe un tempo futuro, e se nulla esistesse, non vi sarebbe un tempo presente.

Ma allora questi due tempi, il passato e il futuro, come possono esistere, se il passato ormai non è più e il futuro non ancora? Quanto al presente, se fosse presente senza diventare passato, non sarebbe più tempo, ma eternità." (Agostino di Tagaste - "Confessioni", XI - Mondadori Editore, 1996)

Il filosofo di Tagaste, circa 2.000 anni fa, aveva compreso che - del mondo dell'uomo e del manifestarsi di questi nel mondo - è lecito porre interrogativi, più che decretare sentenze.

L'autenticità del dubbio consiste nella forza che esso istituisce, nel muovere verso il comprendere che non in-clude, ma incessantemente dis-chiude.

Il dubbio insorge con sinuosa seduzione nell'attimo stesso in cui sorprende l'incanto e la inquietudine del mistero.

La memoria è dunque racconto che l'anima, istituendo silenzi e parole, drammatizza sulla scena, dove si alternano, tra luci confortanti ed ombre inquiete, indifferenza e pathos.

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