Si sta come d'autunno
sugli alberi le foglie
è una celebre poesia di Ungaretti - intitolata Soldati in guerra composta da questo verso.
In una intervista , rilasciata tempo fa, Aldo Masullo ne parla in questo modo.
Se la si prova a spiegare, risulta abbastanza banale: i soldati in guerra sono come delle foglie in autunno perché stanno sempre sul punto di cadere.
Tramite tale parafrasi ci potrebbe sembrare di aver affermato una cosa vera, che corrisponde all'esperienza di chi si trova in guerra.
Ma non si tratta di prosa, bensì di poesia.
Nel momento in cui la declamo - non bisogna mai scordarsi che la poesia è voce, dizione, canto, ritmo e scansione, e che la scrittura serve soltanto a ricordarla - mi rendo conto che essa va preparata attraverso il silenzio e va seguita dal silenzio: il silenzio non è dicibile.
Andando molto indietro nel tempo, potrei anche citare dei versi di un'altra poesia
"Quant'è bella giovinezza che si fugge tuttavia. Chi vuol essere lieto sia, del doman non v'è certezza".
Se traduciamo in prosa queste parole, ci accorgiamo di nuovo che esse esprimono un'idea abbastanza banale. Dette in forma poetica, invece, riescono non tanto ad evocarci qualcosa che abbiamo già sentito - esse, infatti, non "esprimono" - quanto a farci vivere un nostro rapporto con la realtà, in questo caso quello della fugacità del tempo.
Tramite la poesia richiamiamo l'attenzione di chi ci ascolta sul cono d'ombra che è il nostro vivere le cose.
Ecco perché la poesia non consiste tanto nella ricerca della verità delle cose, quanto in "un sommesso esistere come silenziosi fratelli delle cose".
Essa non è né comunicazione, né espressione, né tanto meno verità: è vita nel suo modo più intenso, è sollecitazione alla creazione più che creazione in sé e per sé, è grazia e incantesimo.
In un mondo come il nostro, nel quale veniamo sommersi da forze tecnologiche spesso utili e talvolta dannose, dove viviamo con estrema velocità e dove non possiamo fare a meno delle macchine, talvolta è necessario fermarsi un istante e lasciare che il tempo rimanga sospeso, in modo che il buco buio della nostra esistenza venga circoscritto dalle nostre parole.
Da una intervista rilasciata da Aldo Masullo