Per quanto cerchi di frugare nella mia memoria, non riesco a ricordare come la figura di Isadora Duncan sia entrata nella mia vita.
Nella vita di una bambina quale ero io, quando venni in qualche modo a sapere dell'esistenza di questo personaggio? Personaggio che subito adorai, come si può adorare un simbolo, un'idea.
Uscì anche un film su Isadora Duncan dal titolo "Isadora" interpretato da Vanessa Redgrave. Questo all'incirca negli anni '70.
Comunque voglio arrivare a lei attraverso un libriccino di Aldo Carotenuto: Jung e la cultura del XX secolo - edito da Bompiani.
Secondo l'Autore, esistono straordinarie affinità nella visione del mondo di Isadora Duncan e di Carl Gustav Jung. Scriveva la Duncan:
"Lunghi giorni e lunghe notti ho trascorso nel mio studio ricercando quella danza che potrebbe diventare l'espressione divina dello spirito umano attraverso il movimento del corpo"
Isadora Duncan |
Anche lei, come Jung, ricercava nelle origini dell'umanità, nella ricchezza del mito e dell'immaginazione mitica quella conoscenza iniziatica che fosse insieme conoscenza dell'ethos e del bello, che riunisse la vitalità sensuale della natura con l'aspirazione spirituale verso la Bellezza.
Per raggiungere tale ideale occorreva in principio approntarsi a un'opera di destrutturazione della rigidità e del formalismo in cui si era cristallizzata l'arte del balletto, incapace ormai di dare forma al vitalismo profondo e all'istinto creativo dell'uomo.
Così la danzatrice, in nome della "naturalità", rompe gli schemi, elimina i "Passi" e le "pose" del balletto così come i costumi che costringono il corpo: danza a piedi nudi e si veste di leggeri tessuti che rivelano il corpo.
La regola fondamentale cui il danzatore dovrà attenersi è quella di ascoltare la propria anima ed esprimersi con movimenti del corpo che siano in armonia con quelli della terra.
Il programma di affrancare la danza dalle catene di uno schematismo senz'anima rivela profonde affinità con la teorizzazione di Jung sull'istinto creativo.
La danza è energia liberata: "Ogni cosa aspira a svilupparsi secondo l'energia che agisce in essa. Dove questo impulso al movimento non è incatenato, ostacolato e piegato, là c'è libertà".