martedì 24 gennaio 2012

Problemi con il computer: I ragazzi della via Pal


Mi sono accorta che è da troppo tempo che non scrivo di narrativa per l'infanzia e per l'adolescenza. Si dà poi il caso che abbia passato ore, stamattina, cercando di far funzionare il computer.
Ho deciso quindi di riproporre un vecchio post dove facevo riferimento a un vero classico in questo campo, I ragazzi della via Pal.


Riporto il link  a un post del 2008.


Quando ero bambina, avevo un amico della mia età, Stefano. I genitori erano amici dei miei e la famiglia era di quelle "per bene"; la nostra amicizia non conobbe ostacoli per anni.


Frequentammo persino la terza elementare insieme. E fu lì che scoprii che Stefano non amava leggere.
A me, che non vedevo l'ora di rincantucciarmi da qualche parte con un libro in mano, sembrò all'improvviso un alieno. Poi tutti, insegnanti, genitori, nonni, zii, ecc... da quando si era notato che a scuola faceva errori di grammatica, lo supplicavano, rimbrottavano ... affinché leggesse.


Ogni volta lui rispondeva che non è che non gli piacesse leggere, a lui piaceva un libro solo: "I ragazzi della via Pal".


Non mi incuriosì mai quel libro, tranne quando, più grande, mi venne l'idea di comprarlo per mia figlia. Glielo leggevo ogni sera e tutte e due ci innamoravamo sempre più di questa storia.




Dal sito dell'editore Einaudi:


"Questo libro, un classico della letteratura per l'infanzia, regalo obbligato in occasione di influenze e morbilli, riletto oggi potrebbe essere dedicato ai ragazzi di tutte le periferie del mondo, a tutti coloro che non hanno un posto dove stare a giocare.


Le storie di Nemecsek, il gracile figlio del sarto; di Boka, il più forte del gruppo, e degli altri compagni divisi tra Camicie rosse e via Pal, ci conquistano e ci commuovono forse proprio per la loro inattualità.


La guerra a colpi di sacchi di sabbia, tra rischiosi appostamenti, serissimi piani di attacco, eroismi autentici e piccole rivalità, propone un epos, così autentica e per questo così lontana dalla sensibilità del nostro mondo di giochi virtuali. E mostra nel drammatico finale come la dura legge della vita prevalga su qualsiasi contesa, perché a nulla servirà il riscatto di Nemecsek, quando malato andrà sul campo per l'ultima battaglia."


Scrive ancora lo psichiatra-sociologo Paolo Crepet:


' Oggi gli adolescenti non giocano più fuori, ma dentro.


Mai davvero soli tra loro, tra pari.'


I ragazzi della via Pal crescevano svelti, i nostri lentamente.'


Qui sta forse l'ultimo straordinario insegnamento di Molnàr, quasi un presentimento: Salvate i vostri adolescenti futuri, dando centralità alle loro vite, ai loro diritti, alla loro voglia di provarci da soli con il loro formidabile talento'

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