"Prima di raccontare, osserva. Prima di comunicare qualcosa agli altri con immagini e parole, fai in modo che quelle immagini e quelle parole ti suonino familiari. Prima di muovere la fantasia, afferra le cose che hai intorno" Sono parole di Gianni Amelio regista italiano nato nel 1945 in provincia di Catanzaro.
Ecco, se dovessi recensire (ma mi mancano le doti, purtroppo) il libro di Michele Scaperrotta intitolato "Cose", mi rifarei alle parole citate sopra.
Raccontare l'epica del quotidiano, la sua banalità, la ricerca incessante di qualche attimo di felicità autentica, la tragicità della vita. Sono tutti elementi del libro scritto in racconti da Michele.
Il fatto straordinario è che si ride. Non di un riso amaro, cinico. No, sono risate che continuano anche dopo aver finito di leggere, quelle risate che fanno lacrimare e che non si riescono a frenare. Questo non si estende a tutti i racconti, ovviamente.
Ma è un tratto da non sottovalutare.
Non è neppure un libro per tutti, è di certo per adulti, come specificato dallo stesso autore.
Nel racconto di cui riporto sotto alcuni stralci, per esempio non c'è da ridere.
"Una visita al 'vecchio' paese che non c'è più!
Questo paesino, non mi è mai piaciuto molto, il perché non me lo so spiegare.
Forse perché li sono tutti vecchi, mentre i giovani sono in giro per il mondo a cercar fortuna o semplicemente lavoro.
Posizionato lassù, arroccato in alto sul cocuzzolo della montagna.
In estate è ventilato di giorno e fresco di notte. Ma in fondo il mondo è pieno di posti simili, quindi?.....
non so!
Non mi è mai piaciuto tanto.
Lì ci 'mandavo' i figli con la madre a trascorrere le vacanze estive.
In quel paese si conoscono tutti!
Strapieno di parenti quasi tutti da parte della moglie, forse anche questo era un altro motivo che non mi invogliava di certo ad accettarlo.
Troppa invadenza, niente privacy, ognuno sapeva tutto dell'altro e viceversa.
Poi un brutto giorno, da poco rientrati nella nostra effettiva residenza, lì avviene il finimondo, un terremoto veramente agghiacciante, morte e distruzione.
(...)
Tante case vuote, sfitte, i proprietari in giro per il mondo, nella speranza forse di ritornare un giorno nella vecchiaia.
Cosa impossibile, loro erano ormai diventati degli estranei, non avrebbero più riconosciuto nessuno e loro stessi non sarebbero stati riconosciuti, poi la vita lì è di campagna, loro invece ormai abituati al lusso e all'efficienza delle grandi città.
Il ritorno era proprio per loro un grosso rischio, dopo poco mollavano e ritornavano da dove venivano
Che paese!"
Da Cose di Michele Scaperrotta
Il libro è in vendita presso le librerie Feltrinelli - codice ISBN 9788891010032