martedì 31 gennaio 2012

Influenza, amore, poesia




Non so se è il raffreddore o quel po' di febbre che mi è arrivata addosso, tanto per essere alla moda, ma ho trovata perfetta per queste giornate un po' "malconcie" questa poesia di Pedro Salinas.




La voce a te dovuta  (2)


Che allegria, vivere


e sentirsi vissuto.


Arrendersi


alla grande certezza, oscuramente,


che un altro essere, fuori di me, molto lontano 


mi sta vivendo.


Che quando gli specchi, le spie,


mercurio, anime brevi, confermano
                                                                                          
che sono qui, io, immobile,


serrati gli occhi e le labbra,


chiuso all'amore


della luce, del fiore e dei nomi,


la verità transvisibile è che cammino


senza i miei passi, con altri,


là lontano, e lì


sto baciando fiori, luci, parlo.


Che esiste un altro essere con cui io guardo il mondo


perchè sta amandomi con i suoi occhi.


Che esiste un'altra voce con cui io dico cose


non sospettate dal mio gran silenzio;


ed è che anche mi ama con la sua voce.


La via - che slancio ora! -, ignoranza


degli atti miei, che lei compie,


in cui lei vive, duplice, sua e mia.


E quando lei mi parlerà


di un cielo scuro, di un paesaggio bianco,


ricorderò


stelle che non ho visto, che lei guardava,


e neve che nevicava nel suo cielo.


Con la strana delizia di ricordare


di aver toccato ciò che non toccai


se non con quelle mani


che non raggiungo con le mie, tanto distanti.


E spogliato di sé potrà il mio corpo


riposare, tranquillo, morto ormai. Morire 


nell'alta certezza


che questo viver mio non era solo


il mio vivere: era il nostro. E che mi vive


un altro essere di là della non morte.


(Pedro Salinas - La voce a te dovuta, 1933 - Einaudi


--------------------------------------

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Visualizzazioni totali