giovedì 5 gennaio 2012

E domani arriva la Befana (riproposte)


Riprendo da questo mio blog due miei vecchi  post




Molte nostre festività hanno un'origine rurale, affondando le loro radici nel nostro passato agricolo. Così è anche per la Befana. 


Anticamente, infatti, la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale (festa del dio Sole), si celebrava la morte e la rinascita della natura; era altresì la conclusione dei festeggiamenti e il ceppo di Natale aveva finito di bruciare nei focolari delle case.

Tuttavia, durante quei dodici giorni, la leggenda vuole che figure femminili  solcassero il cielo  a cavalcioni di scope magiche, spargendo la loro magia benevola sui campi sottostanti appena seminati.

Gli antichi romani accostarono questo alla figura di Diana dea della caccia.
La Befana coincide, in certe tradizioni, con la rappresentazione femminile dell'anno vecchio, pronta a sacrificarsi per far rinascere un nuovo periodo di prosperità. 


Questa festa ha però assunto nel tempo, anche un significato lievemente diverso. 


Nella cultura italiana attuale, la Befana non è tanto vista come la simbolizzazione di un periodo di tempo ormai scaduto, quanto piuttosto come una sorta di Nonna buona che premia o punisce i bambini.
Da qui





Copio inoltre un post scritto nel gennaio 2009 


Mia figlia da piccola ha sempre avuto paura della befana, questa vecchietta così poco bella, che entrava di notte nelle case.
Ma era una paura che teneva per sé, finché un anno si decise a confidarsi ed io le raccontai la verità. Da una iniziale incredulità, passò ad un sollievo enorme...


Mi ha sempre stupito però che non avesse mai avuto paura di Babbo Natale, forse perché il nostro rito domestico prevedeva l'apertura dei pacchetti sotto l'albero il mattino di Natale, tutti insieme.


Quando invece ero bambina io, ero euforica la sera prima: avrei avuto carbone o giocattoli?


Di un anno mi ricordo molto bene: durante la notte, già verso mattina, entrò mia madre, mi fece alzare dal letto e con voce bassa, concitata, un po' da cospiratrice, mi prese per mano e mi portò in cucina.


Lì, il tavolo allungato per la circostanza, era strapieno di giochi. Trionfava in mezzo agli altri un fiammante triciclo rosso.


Autore dell'illustrazione: Odette Sacco sonador  Dal sito Tapirulan                                                                  

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