Sono tanti i profili della madre che emergono dai libri.
Questo che propongo è dal libro "Il principe delle maree".
'Ho una sorpresa per i miei cocchi', disse la mamma, mentre noi guardavamo affascinati un delfino prendere il largo nell'acqua tranquilla, metallica. Sedevamo sulla punta del moletto e, stendendo le gambe, cercavamo di toccare l'acqua col piede.
Era come un duello di ori: l'oro nuovo della luna crescente, l'oro consunto del sole che scompariva dall'altra parte del cielo.
Così il giorno, dopo un ultimo guizzo di danza sulle paludi della Carolina, moriva splendidamente sotto gli occhi di noi ragazzi, finché della luce dell'astro diurno non rimase che un listello intorno alle chiome delle querce acquatiche.
La luna poi sorse veloce, ... fulva, poi gialla, poi giallina, poi d'argento, poi di un miracoloso, immacolato pallore, al di là dell'argento, un colore che è proprio delle notti del sud.
Noi bambini restammo estasiati di fronte alla luna che nostra madre aveva evocato dalle acque. Quando l'astro si fu inargentato, mia sorella Savannah, che aveva tre anni, esclamò:
' Oh, mamma, fallo ancora!' ...."
Da "Il Principe delle maree" di Pat Conroy - Ed. Bompiani 1987
Questo che propongo è dal libro "Il principe delle maree".
"Figlio di una donna bellissima, ero anche figlio d'un pescatore di gamberi innamorato della forma delle barche.
Crebbi fiumarolo, con l'odore delle paludi salmastre che s'infiltrava anche nel sonno.
D'estate, mio fratello, mia sorella ed io aiutavamo nostro padre nella pesca dei gamberi. Nulla mi piaceva di più della flottiglia di gamberare che si recava prima dell'aurora all'appuntamento con i pullulanti sciami di gamberi che compivano i loro riti sul fare del giorno.
.........
Mi ricordo una sera d'estate: mia sorella, mio fratello e io (eravamo molto piccoli e l'afa gravava come muschio sulla pianura) non riuscivamo a dormire. La mamma ci portò allora a fare due passi fino al fiume e alla darsena, benché Savannah e io avessimo un raffreddore estivo e Luke un eczema da calore.
'C'è una cosa che voglio farvi vedere. Una cosa che vi aiuterà a dormire. Guardate là, figlioli' disse, indicando l'orizzonte a levante.
E proprio in quel momento, dove essa indicava, la luna comparve, sollevando la fronte di uno stupefacente color oro al di sopra di una filigrana di nuvole che bordavano il cielo di veli.
Le sere erano lunghe al sud, in quella stagione, e alle nostre spalle, in quello stesso momento, il sole stava tramontando in un tripudio di fiamme che incendiavano il fiume.
Era come un duello di ori: l'oro nuovo della luna crescente, l'oro consunto del sole che scompariva dall'altra parte del cielo.
Così il giorno, dopo un ultimo guizzo di danza sulle paludi della Carolina, moriva splendidamente sotto gli occhi di noi ragazzi, finché della luce dell'astro diurno non rimase che un listello intorno alle chiome delle querce acquatiche.
La luna poi sorse veloce, ... fulva, poi gialla, poi giallina, poi d'argento, poi di un miracoloso, immacolato pallore, al di là dell'argento, un colore che è proprio delle notti del sud.
Noi bambini restammo estasiati di fronte alla luna che nostra madre aveva evocato dalle acque. Quando l'astro si fu inargentato, mia sorella Savannah, che aveva tre anni, esclamò:
' Oh, mamma, fallo ancora!' ...."
Da "Il Principe delle maree" di Pat Conroy - Ed. Bompiani 1987