sabato 9 aprile 2011

Bologna, una volta

In un post di Michele Pianeta Tempo libero, tempo fa ho trovato nomi di strade quantomeno "curiose" di alcune città. Anch'io ricordavo nomi un po' strani di Bologna: certi vicoli del centro storico meriterebbero una ricerca sul perché del nome che portano.

Oggi, senza cercare niente, solo spolverando libri, mi sono ritrovata ad una pagina de Il Giardino dei Finzi-Contini che mi ha riportato ad una Bologna che quasi non esiste più. 
La riporto. Chi scrive è il protagonista che parla al telefono con Alberto Finzi-Contini

" All'una, ero andato a pranzo al ristorante Pappagallo: non già a quello cosiddetto "asciutto", ai piedi degli Asinelli, che oltre a essere carissimo, come cucina mi pareva nettamente inferiore alla sua fama, bensì all'altro, il Pappagallo "in brodo", che si trovava in una stradetta laterale di via Galliera, ed era appunto speciale per i lessi e le minestre in brodo, e per i prezzi, anche, veramente modesti.
 
Nel pomeriggio avevo visto qualche amico, fatto il giro delle librerie del centro, bevuto un tè da Zanarini, quello di piazza Galvani, al termine del Pavaglione: insomma me l'ero passata abbastanza bene - conclusi - pressapoco come quando frequentavo regolarmene." 

"Pensa: prima di tornare in stazione", soggiunsi a questo punto, inventando di sana pianta, e chissà quale demone mi aveva a un tratto suggerito di raccontare una storia del genere, "ho trovato perfino il tempo di dare un'occhiatina in via dell'Oca".

"In via dell'Oca?" domandò Alberto subito animandosi, eppure come intimidito.
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"Come!" esclamai. "Non hai mai sentito parlare di via dell'Oca? Ma se c'è una delle ... pensioncine di famiglia più celebri d'Italia?"


Da "Il Giardino dei Finzi-Contini" di Giorgio Bassani - 1962 Giulio Einaudi editore S.p.a Torino


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