Su un testo scritto da H. Durville - curato dalle Edizioni Rebis, trovo scritta l'importanza rituale del Venerdì Santo.
"Vi fu un tempo in cui l'anno liturgico non esisteva: i cristiani, appena costituiti in Chiesa, conservavano ancora, in maggior parte, i costumi dello giudaismo, cui appartenevano quasi tutti.
La Cena Eucaristica fu il primo centro, il primo nocciolo liturgico cristiano.
..Natale e Pasqua furono come i due poli dell'anno liturgico intorno a cui gravitarono le altre feste.
Importanza rituale del Venerdì Santo..
"Per dare al Venerdì Santo l' importanza che gli conviene, bisogna leggere un giornale di viaggio, redatto verso l'anno 380, da una Occidentale che andò, in quell'epoca a visitare l'Egitto ed i Luoghi Santi di Palestina alfine di scoprire i ricordi biblici.
Il nome di questa viaggiatrice è Egeria, la sua patria è la Galizia.
Ciò che interessa ne suo racconto è l'importanza che attribuisce agli uffici del Venerdì Santo celebrati nei luoghi stessi dove si svolse la Passione di Gesù.
"... Siamo nel Venerdì Santo, il giorno per eccellenza della Passione del Salvatore. Sarà pieno di servizi liturgici".
Seguono i dettagli di una cerimonia minuziosamente regolata dove figuravano l'adorazione della Croce e la venerazione di altre reliquie: una era l'anello di Salomone, l'altra la fiala contenente l'olio con cui i re d'Israele erano unti.
I Luoghi Santi di Gerusalemme e le cerimonie che vi si celebravano in gran pompa, - la Natività, la tomba di Cristo, il Cenacolo, - e gli altri luoghi crerono altrettante feste il cui insieme costituì il ciclo liturgico.
Da: Preghiere e Segreti di Alta Magia - H. Durville - A. Julio. Ed. Rebis
Il Sabato Santo
Il Sabato Santo invece si trova tra due giorni carichi di eventi come il venerdì santo e la domenica di Pasqua, ed è un giorno di passaggio: l’antica tradizione della Chiesa, sulla base di alcuni passi della Scrittura contempla in questo giorno la discesa di Cristo agli inferi.
Risorgendo, infatti egli non passa direttamente dalla croce al cielo, ma deposto dalla croce nel sepolcro, e di lì discese ancora, agli inferi, luogo della morte, del peccato, della sofferenza, luogo in cui l’uomo è umiliato e annientato. È in questo luogo che, secondo la tradizione patristica, Cristo scende prima di risorgere.
Il tema è molto presente e significativo nelle liturgie pasquali di alcune chiese orientali (bizantine e siriache) dove rappresenta il cuore del messaggio pasquale. La vera anástasis (cioè risurrezione) è proprio la discesa agli inferi, come ricorda un altro testo bizantino che sottolinea particolarmente la salvezza portata da Cristo ai dormienti nei sepolcri: “Cristo è risorto dai morti, con la morte calpesta la morte, e a coloro che sono nei sepolcri fa dono della vita”.
ll sabato santo, giorno in cui non si celebra l’eucaristia, la chiesa ricorda il riposo di Gesù nella tomba, meditando la sua passione e morte, la discesa agli inferi e aspettando nella preghiera e nel digiuno la sua risurrezione.
Il tema è molto presente e significativo nelle liturgie pasquali di alcune chiese orientali (bizantine e siriache) dove rappresenta il cuore del messaggio pasquale.
La vera anástasis (cioè risurrezione) è proprio la discesa agli inferi, come ricorda un altro testo bizantino che sottolinea particolarmente la salvezza portata da Cristo ai dormienti nei sepolcri:
“Cristo è risorto dai morti, con la morte calpesta la morte, e a coloro che sono nei sepolcri fa dono della vita”.
La discesa agli inferi è anche un tema iconografico molto diffuso: l’icona dell’ anástasis, cioè della risurrezione di Cristo dai morti, nella tradizione antica e ancora in quella attuale, non è altro che la rappresentazione della discesa di Cristo agli inferi."
(Sabino Chialà, Discese agli inferi, Qiqajon, Monastero di Bose, Magnano [Biella], 2000) Da qui:
http://www.elledici.org/liturgia/triduo/sabato.php