Ultimamente mi sono invaghita di una scrittrice scoperta così per caso in libreria l'anno scorso:
Penelope Lively . Credo di avere letto ormai tutti i libri che ha scritto finora.
Me ne rimane purtroppo solo uno, ormai oltre la metà.
Si intitola "Amori imprevisti di un rispettabile biografo" - Ed. Guanda.
Ecco che a pagina 132, mi imbatto in queste parole:
"... Mark rimase fermo per un attimo, la mente inondata da riflessioni concomitanti: il piacere che si ricava da un paesaggio deriva da quel che si vede? I bambini trovano che il mondo sia bello prima che gli adulti dicano loro che lo è o soltanto dopo?
E' mai possibile guardare una qualsiasi cosa, superati i quattro anni, senza che le proprie nozioni interferiscano con quel che si osserva?..."
E non so cosa rispondere a me stessa, a mia volta catapultata in questo pensiero.
Lascio quindi qui questa domanda, in attesa che qualche blogger gentile possa illuminarmi.
Immagine presa dal web
Penelope Lively . Credo di avere letto ormai tutti i libri che ha scritto finora.
Me ne rimane purtroppo solo uno, ormai oltre la metà.
Si intitola "Amori imprevisti di un rispettabile biografo" - Ed. Guanda.
Ecco che a pagina 132, mi imbatto in queste parole:
"... Mark rimase fermo per un attimo, la mente inondata da riflessioni concomitanti: il piacere che si ricava da un paesaggio deriva da quel che si vede? I bambini trovano che il mondo sia bello prima che gli adulti dicano loro che lo è o soltanto dopo?
E' mai possibile guardare una qualsiasi cosa, superati i quattro anni, senza che le proprie nozioni interferiscano con quel che si osserva?..."
E non so cosa rispondere a me stessa, a mia volta catapultata in questo pensiero.
Lascio quindi qui questa domanda, in attesa che qualche blogger gentile possa illuminarmi.
Immagine presa dal web