""Vi è una nebbia nella nostra esistenza, che offusca la vista della realtà. Una nebbia tutta personale che vela le sofferenze e l'irrazionalità del vivere con un manto d'illusione.
L'illusione di chi continua a "dormire, forse sognare" in una dimensione alterata, falsata rispetto al mondo esperienziale dei fatti.
Ma è un livello chimerico che ci consente anche di rimanere estranei alle dinamiche dolorose del vivere quotidiano e di proteggerci, così, dai dolori inevitabili di un esistere consapevole.
(...)
Abbassando le palpebre il mondo scompare e, con esso, i suoi trambusti e le sue sofferenze.
...
Volere, volere fortemente, può significare credere nella possibilità che un nostro desiderio si realizzi, anzi considerarlo già appagato.
Ma 'quando' la perfetta corrispondenza tra desideri e appagamento è stata così piena da indurci a serbare per sempre il ricordo e la nostalgia di essa? Anzi, da obbligarci a vivere in un perenne stato di ricerca, di inappagamento, di insoddisfazione?
Basta osservare il volto estasiato di un bambino tra le braccia della madre, ammirare la serenità del suo sonno, l'abbandono delle sue braccia, la limpidezza del suo ridere, per capire chi ogni uomo vorrebbe essere. Un bambino.
"Riportatemi alla mia infanzia, prendetevi cura di me, cullatemi tra le vostre braccia e non lasciatemi cadere!" : questo, la parte più intima di un uomo, chiede in silenzio, nel suo angoletto remoto dell'anima. Perché è indubbio che la bellezza di quella fase della vita - il dare nome alle cose, il poter tornare comunque da una madre amorevole, approdare a una base sicura (Bowlby, 1988)
dopo una esplorazione "rischiosa" nel bosco del reale - sia una condizione allettante.
Tanto più che la conosciamo bene, semplicemente per averla vissuta anche noi, tempo fa, per aver sperimentato la piacevolezza del potere sugli altri, dell'avvertire la presenza di una persona che adatti i suoi bisogni ai nostri, che regoli i ritmi della sua quotidianità in funzione dei nostri vagiti""
Ho copiato questi brevi stralci da "L'Ombra del dubbio" di Aldo Carotenuto - Tascabili Bompiani
L'illusione di chi continua a "dormire, forse sognare" in una dimensione alterata, falsata rispetto al mondo esperienziale dei fatti.
Ma è un livello chimerico che ci consente anche di rimanere estranei alle dinamiche dolorose del vivere quotidiano e di proteggerci, così, dai dolori inevitabili di un esistere consapevole.
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Abbassando le palpebre il mondo scompare e, con esso, i suoi trambusti e le sue sofferenze.
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Volere, volere fortemente, può significare credere nella possibilità che un nostro desiderio si realizzi, anzi considerarlo già appagato.
Ma 'quando' la perfetta corrispondenza tra desideri e appagamento è stata così piena da indurci a serbare per sempre il ricordo e la nostalgia di essa? Anzi, da obbligarci a vivere in un perenne stato di ricerca, di inappagamento, di insoddisfazione?
Basta osservare il volto estasiato di un bambino tra le braccia della madre, ammirare la serenità del suo sonno, l'abbandono delle sue braccia, la limpidezza del suo ridere, per capire chi ogni uomo vorrebbe essere. Un bambino.
dopo una esplorazione "rischiosa" nel bosco del reale - sia una condizione allettante.
Tanto più che la conosciamo bene, semplicemente per averla vissuta anche noi, tempo fa, per aver sperimentato la piacevolezza del potere sugli altri, dell'avvertire la presenza di una persona che adatti i suoi bisogni ai nostri, che regoli i ritmi della sua quotidianità in funzione dei nostri vagiti""
Ho copiato questi brevi stralci da "L'Ombra del dubbio" di Aldo Carotenuto - Tascabili Bompiani