Dicembre e Robert Louis Stevenson
Ho
sempre provato stupore, leggendo Stevenson, per la versalità dei sui romanzi,
romanzi dove affronta generi letterari molto diversi.
Cito
le sue opere di cui ho un ricordo chiaro:
L'isola
del tesoro,
Lo
strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde,
La
freccia nera,
Il
signore di Ballantrae,
Il
ragazzo rapito ...
Senza
contare le poesie.
E
proprio una poesia voglio riportare qui, forse perché si intitola
"Dicembre"o perché sono
affascinata dalle brughiere, ma soprattutto perché apre la porta alla Speranza.
Una
nuda casa, una spoglia brughiera,
una
pozza rabbrividente davanti all'uscio
un
giardino senza fiore e frutto,
con
pioppi che ne segnano il confine.
Tale
è il luogo ove vivo,
triste
fuori e nudo dentro.
E
tuttavia la tua aspra brughiera
riceverà
la pompa della sera,
e
si disegnerà la gloria dorata dell'alba
dietro
il tremolio dei tuoi alberi.
E
quando il vento di luogo in luogo
sospinge
i galeoni di nubi disancorati,
il
tuo giardino splenderà di nuovo
di
sole ardente, di lucida pioggia.
Qui
salirà la maga luna al cielo, nel finire cremisi
del
declinante splendore del giorno, qui
apparirà
l'armata delle stelle.
Le
conche intorno, umide o secche,
la
primavera colmerà di fiori,
spesso
le muse del mattin vedranno
allodole
levarsi di fra l'erica
e
indiamantate d'ogni ragnatela
le
ruote e i fili magici.
Quando
le margherite se ne andranno
di
brina argenterà le foglie d'erba
l'inverno.
Il gelo incanterà la pozza,
e
farà belli i solchi dei carretti.
Quando
di neve lucente s'estenderà la brughiera,
i
bimbi come batteran le mani!
Per
far la Terra il nostro romitaggio,
una
mutevole ed allegra spiaggia,
basta
la macchina di Dio, complessa
di
giorni e di stagioni luminosa.
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