mercoledì 12 settembre 2012

Bulli e Hikikomori


Dopo avere letto il post che Ivo ha riportato ieri sul suo blog Freedom Libertà di Parola, scrivendo su un fatto di cronaca abbastanza discutibile, ed essendo il bullismo un fenomeno che non mi sembra si stia rimarginando, vorrei innanzitutto riportarlo alla ribalta come uno dei fenomeni che né la scuola, né la società riesce o vuole tenere sotto controllo.


Prendo stralci di un articolo scritto dalla psicologa-psicoterapeuta Isabella Biondi: 

Che cos'è il Bullismo

Il termine bullismo descrive la condizione di sofferenza, svalutazione ed emarginazione che vive un bambino o un’adolescente ad opera di un suo compagno.

Si tratta di una forma di prepotenza ricorrente e continuativa; la vittima prova sentimenti dolorosi e angoscianti perché perseguitata da parte di uno o più compagni. Oltre a vivere un drammatico senso di impotenza, poiché non sa come potersi difendere, il ragazzo subisce emarginazione da parte del gruppo dei coetanei.

L’età in cui il fenomeno del bullismo è più frequente è quella della preadolescenza e dell’adolescenza.

Alcuni studiosi lo considerano una sorta di mobbing che avrebbe però luogo tra i banchi di scuola anziché nell’ambiente lavorativo.

Olweus, studioso norvegese che negli anni ‘70 per primo denunciò il problema definì il fenomeno con le seguenti parole:

"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o di più compagni".

È importante, tuttavia, cogliere la natura del doppio disagio insito nel bullismo. Invero, se su un versante il fenomeno presuppone un immenso malessere nella vittima, dall’altro denuncia il disagio psicologico del bullo: il suo modo di agire, infatti, rientra nella categoria dei disturbi della condotta, ossia comportamenti in cui le regole e/o i diritti degli altri vengono violati.



Il profilo del bullo

Generalmente si tratta di un soggetto che ha difficoltà nel calarsi nei panni degli altri, con una forte motivazione al dominio ed alla prevaricazione. È percepito come una persona aggressiva e spavalda, che provoca intenzionalmente sofferenza nell’altro e non ne prova compassione, anzi ne può essere divertito. 

Provoca, sembra non aver paura di nulla, è litigioso e sottostà difficilmente alle regole. Mette in atto comportamenti ostili e svalutanti, picchia, sputa, insulta, ruba. 
Tende a mettere in discussione le autorità, che siano i genitori o gli insegnanti.

Il “bullo” ha un alto livello di autostima, si sente forte, superiore agli altri. È un ragazzo sveglio che riesce negli sport e nelle attività di gruppo. Generalmente ha un rendimento scolastico sufficiente, che tuttavia può abbassarsi nel tempo. Completano il profilo un basso livello di sopportazione delle frustrazioni e notevoli abilità manipolatorie.
Nel tempo il comportamento aggressivo e prevaricatore di questi soggetti può sfociare in altri comportamenti problematici, come l’alcolismo, la criminalità o l’abuso di sostanze.


Il profilo della vittima

Esistono alcune caratteristiche maggiormente presenti in questi soggetti. Si tratta di ragazzi che si sentono più deboli dei coetanei e del bullo in particolare; generalmente non mettono in atto comportamenti assertivi, sono contrari alla violenza e quindi impossibilitati a difendersi; sono adolescenti che il più delle volte non eccellono negli sport e possono aver paura di farsi male; possono anche appartenere ad una minoranza. Tra i tratti di personalità che li contraddistinguono vi sono sensibilità, prudenza, pacatezza e fragilità.
Nel tempo possono diventare ansiosi e insicuri, ed arrivare ad avere una bassa autostima;
le azioni di bullismo che subiscono, li portano all’esclusione dal gruppo, il rendimento scolastico tende a peggiorare e non parlano a nessuno di quello che subiscono. Le ragioni possono essere diverse: dall’auto-colpevolizzazione, alla vergogna, fino alla paura delle ripercussioni da parte del persecutore.
Una volta diventato bersaglio di molestie, il ragazzino eletto a vittima, potrebbe essere infastidito anche dagli altri compagni, perché ritenuto facile bersaglio, questo rinforzerà il comportamento del bullo che non proverà sensi di colpa nei suoi riguardi.

Da qui: http://www.biondistudiopsicologia.it/eta-evolutiva/26-bullismo-a-scuola.html

Aggiungo anche il link a un mio post del 2008 dove si parla di Hikikomori, questo:

http://estateincantata.blogspot.it/2008/11/hikikomori.html




bullismo
Hikikomori



Immagine trovata in ret


LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Visualizzazioni totali