"Tutti
i problemi sembrano insolvibili. Finché li porto a spasso. Ad un tratto
cambiano le loro attitudini. Diventano più piccoli, si restringono"
Il
nome latino del giglio bianco che cresce sulle dune è Pancratium maritimum e
appartiene alla famiglia delle amaryllidaceae. È molto diffuso nella costa
mediterranea.
Confucio
(551 a. Chr. - 479 a.Chr.) insegnava: "Il cammino è la destinazione".
Faccio
passeggiate lunghe per interiorizzare tutto ciò che mi è successo durante un
giorno, ciò che ho letto o pensato. Ordino i miei pensieri, gli dò una nuova
struttura e butto via quelli che non mi servono più. I primi passi li faccio
ancora nel mondo degli orologi, email e appuntamenti. Se ho portato anche il
cane, mi distraggo più velocemente dal mondo stressato e pesante. Il vento mi scompiglia
i capelli, il cane con il muso a terra esamina gli odori che animali selvatici
hanno lasciati qui.
Il
rumore del mare mosso, con le alte onde, mi calma. Proseguo con i miei occhi il
percorso delle onde che portano l’acqua sempre più vicino, verso le dune.
Cercano qualcosa? Ad un certo punto queste onde curiose si ritirano
velocemente. In questo momento lo vedo, il giglio bianco. Uno sguardo
superficiale non l’avrebbe trovato. Ha il colore della sabbia. Conosco un suo
parente lontano che vive nelle Alpi, la stella alpina. Appariscente e bianca,
quasi senza colori anche lei.
Mi
chiedo: “Questo fiore bellissimo come fa a crescere qui? Ha solo acqua salata e
sabbia per nutrirsi”. Lo trovo affascinante. Nella mia vita ho imparato a dare
importanza ai colori. Fai vedere chi sei! Devi dare nell’occhio. Solo così il
mondo ti riconosce. Ma quello lì ha scelto un'altra strada.
Lontano
vedo correre il mio cane. La mia pelle sa di sale. Le onde e il vento cantano
insieme. Cammino lungo la riva evitando di bagnarmi i piedi con l’acqua che
ogni nuova onda porta veloce verso le dune.
Raccolgo
alcune conchiglie e le ributto in mare. Non le voglio. Non ho bisogno di
niente.
“I
pensieri vogliono spesso, come bambini e cani, che li portiamo fuori a fare una
passeggiata”. (Christian Morgenstern 1871-1914).
Le mie preoccupazioni non vogliono che le porto a spasso. Hanno paura di andare perse. Lo stesso succede con i miei pensieri, vogliono essere curati. A casa li giro nella mia testa, li lascio diventare grandi e provo a capire ogni dettaglio di loro. Li analizzo con metodi nuovi. Chiamo i miei amici e parlo dei miei pensieri. Loro sono in grado di ingrandire ancora di più le mie preoccupazioni. Tutti i problemi sembrano insolvibili. Finché li porto a spasso. Ad un tratto cambiano le loro attitudini. Diventano più piccoli, si restringono. Appaiono ancora una volta però già non hanno più importanza per me. Spesso spariscono completamente.
Le mie preoccupazioni non vogliono che le porto a spasso. Hanno paura di andare perse. Lo stesso succede con i miei pensieri, vogliono essere curati. A casa li giro nella mia testa, li lascio diventare grandi e provo a capire ogni dettaglio di loro. Li analizzo con metodi nuovi. Chiamo i miei amici e parlo dei miei pensieri. Loro sono in grado di ingrandire ancora di più le mie preoccupazioni. Tutti i problemi sembrano insolvibili. Finché li porto a spasso. Ad un tratto cambiano le loro attitudini. Diventano più piccoli, si restringono. Appaiono ancora una volta però già non hanno più importanza per me. Spesso spariscono completamente.
“Il
cammino è la destinazione”. Con la testa piena di preoccupazioni e pensieri,
con un torcicollo (ho bisogno di un massaggio) dopo pranzo ho letto nella mia
agenda: ore 15 portare il cane al mare.
Chi
mi ha allontanato dal mio percorso? Il giglio, le onde, l’aria salata, i
gabbiani che volteggiano sopra la mia testa? Mi metto seduta su un ceppo di un
albero e mi riposo. Il cane si sdraia accanto a me. Il vento mi soffia sabbia
negli occhi. Arrivata
Articolo di Letizia Janett