mercoledì 26 gennaio 2011

Un'intervista


Intervista a Cornélius Castoriadis, di Olivier Morel
 
Ma in che modo una democrazia partecipativa potrebbe funzionare oggi? Quali potrebbero essere le molle sociali di una contestazione e di una critica efficaci? Come e grazie a chi potrà giungere ciò che Lei definisce "concepire altro, creare altro""?
  • Se c’è una risposta, è la grande maggioranza del popolo che dovrà fornirla. 
  • Da parte mia, io constato, da un lato, l’immensità dei compiti e la loro difficoltà, la diffusione dell’apatia e della privatizzazione nelle società contemporanee, l’intrico assurdo dei problemi che si pongono ai  paesi ricchi e ai paesi poveri. 

  • Ma, dall’altro, non si può dire che le società occidentali siano morte. Ancora non viviamo nella Roma o nella Costantinopoli del IV secolo in cui la nuova religione aveva congelato ogni movimento, e in cui tutto era nelle mani dell’imperatore, del papa e del patriarca. 
  • Ci sono segni di resistenza, qua e là. Non posso sapere se questo basterà a ribaltare la situazione. 
  • Ciò che è certo è che coloro che hanno coscienza della gravità di queste questioni devono fare tutto quello che è in loro potere affinché la gente si svegli dal letargo contemporaneo e cominci ad agire nel senso della libertà.

(Traduzione di Biancamaria Bruno)

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