mercoledì 11 marzo 2009

Bauschan: ritratto di una amicizia


"Quando la bella stagione fa onore al proprio nome e il cinguettar degli uccelli è riuscito a svegliarmi di buon'ora, perché il giorno precedente l'avevo terminato a tempo debito, mi piace, prima di colazione, camminar senza cappello per mezz'oretta all'aperto, nel viale davanti alla casa, oppure negli ampi prati, per respirare qualche boccata della fresca aria mattutina avanti d'immergermi nel lavoro e per partecipare un po' alle gioie del limpido mattino.

Poi, sui gradini, che portano all'uscio di casa, lancio un fischio modulato su due note, tonica e quarta inferiore, simile alla melodia iniziale del secondo movimento della sinfonia incompiuta di Schubert, un segnale che si può considerare pressapoco come la musica a un nome di due sillabe.

Un istante dopo, mentre continuo a camminare verso la porta del giardino, si ode lontano, in principio appena percettibile, nondimeno sempre più vicino e più chiaro, un leggero scampanellio, come quello che può risultare dallo sbattere di una medaglietta contro le borchie metalliche di un collare; e, quando mi volto, vedo Bauschan in piena corsa svoltare all'angolo posteriore della casa e precipitarsi su di me quasi intendesse buttarmi a terra. Per la fatica, ritira un po' il labbro inferiore così da scoprire due o tre incisivi, che luccicano d'un bianco splendido al sole mattutino."

Proseguo a salti con piccoli brani tratti dal breve romanzo di Thomas Mann
Padrone e cane - la storia autobiografica dell'amicizia tra il cane Bauschan e il suo padrone.

"Il colore di Bauschan è bellissimo. Il manto, di fondo ruggine è tigrato di nero. Perché vi è mischiato anche molto bianco che predomina decisamente sul petto, sulle zampe e sul ventre. mentre tutto il naso schiacciato pare immerso nel nero ........

Del resto può darsi che pure lo sforzo cromatico un po' arbitrario del suo manto sia ritenuto inammissibile da chi consideri le leggi della specie davanti ai valori della personalità ... "


Io passeggio un pochino per quelle stradette, mentre Bauschan, con il corpo in diagonale centrifuga, inebriato dalla felicità di trovarsi in pianura riempie i prati di galoppate vertiginose in lungo e in largo, e magari, abbaiando di indignazione mista a piacere, insegue un uccellino che, stregato dalla paura o dispettoso, gli svolazza sempre vicinissimo al muso.

Dato però che io mi siedo su una panchina, anche lui viene sul posto accoccolandosi ai miei piedi. Perché è una legge della sua vita correre soltanto quando io stesso mi trovo in movimento e osservare invece il riposo non appena io mi sia seduto. La cosa non ha alcuna necessità plausibile, ma Bauschan vi si attiene scrupolosamente.
E' strano, familiare e buffo sentirlo seduto ai miei piedi, che lui penetra con il calore febbrile del suo corpo: in sua compagnia e guardandolo, sono quasi ininterrottamente preso da sollievo e simpatia....."

Konrad Lorenz scrisse di questo racconto di Mann che era la più bella descrizione dell'anima canina.

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