Mi capita a volte di andare a frugare tra i libri che, a casa mia, occupano spazi diversi.
Oltre alla biblioteca vera e propria, ci sono scaffali un po' dovunque ed una vetrina in questo studio, riservata ai libri meno ... riletti.
Elémire Zolla, è rinchiuso in questa vetrina, per l'appunto.
Ieri, è stato un giorno ... da vetrina... Ho puntato gli occhi su "Lo stupore infantile" di Zolla, forse perché adoro le copertine di Adelphi, che di solito rivelano contenuti interessanti.
Ecco dunque la quarta di copertina de "Lo stupore infantile" i cui riferimenti ho citato nel post precdente a questo.
"Punto di partenza (ma anche di arrivo) di questo libro è quello stato perfetto, di primordiale stupore per il mondo, che ciascuno di noi ha conosciuto in una fase della prima infanzia "premessa gloriosa e tradita dall'esperienza"
Tornare ad esso significa scoprire un immenso tesoro psichico, accedere alla "conoscenza senza dualità", a una filosofia spinta al di là delle parole"
Tutto ciò è implicito in culti religiosi di ogni parte del mondo: in Occidente nella devozione per Gesù Bambino.
Molte sono le vie per ritrovare quella condizione di stupore: anzi, si potrebbe dire che nessun percorso, per quanto eccentrico, è escluso fin dall'inizio.
E Zolla è un maestro del vagabondaggio metafisico.
E Zolla questa volta ci condurrà ad una meditazione sulla luce, alla natura quale fu evocata da Goethe, ai temi dell'ascensione in montagna, della migrazione, della "truffaldina nascita delle nazioni moderne", della realtà virtuale.
E, intanto, mescolate alle immagini e alle storie, ci sfioreranno figure di sciamani birmani e i folli bizantini, ma anche i versi di Yeats o il suono del Flauto magico o del Parsifal. ..."