mercoledì 2 febbraio 2011

O te che avrei amato, o te che lo sapevi!

93 • A UNA PASSANTE

D'attorno a me urlava la strada assordante. Alta, sottile, in lutto stretto, maestosa nel suo dolore, una donna passò, sollevando con la mano superba il festone e l’orlo della gonna;

era così agile e nobile, con la sua gamba statuaria… Io bevevo, teso come un folle, nel suo occhio, cielo livido in cui nasce l’uragano, la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.

Un lampo… poi la notte! – O fugace bellezza, il cui sguardo m’ha ridato improvvisamente la vita, non ti rivedrò che nell’eternità?

Altrove, ben lungi da qui, tardi, troppo tardi, forse mai! Io non so dove fuggi, tu ignori dove io vada. 

O te che avrei amato, o te che lo sapevi!

Da "I fiori del male ed altre  poesie" - ed. Einaudi 2006

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