giovedì 2 dicembre 2010

Dicembre e Robert Louis Stevenson


Ho sempre provato stupore, leggendo Stevenson, per la versalità dei sui romanzi, romanzi dove affronta generi letterari molto diversi.
Cito le sue opere di cui ho un ricordo chiaro:
L'isola del tesoro,
Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde,
La freccia nera,
Il signore di Ballantrae,
Il ragazzo rapito ...
 
Senza contare le poesie.
E proprio una poesia voglio riportare qui, forse perché si intitola "Dicembre"o  perché sono affascinata dalle brughiere, ma soprattutto perché apre la porta alla Speranza.


Una nuda casa, una spoglia brughiera,
una pozza rabbrividente davanti all'uscio
un giardino senza fiore e frutto,
con pioppi che ne segnano il confine.
Tale è il luogo ove vivo,
triste fuori e nudo dentro.

E tuttavia la tua aspra brughiera
riceverà la pompa della sera,
e si disegnerà la gloria dorata dell'alba
dietro il tremolio dei tuoi alberi.
E quando il vento di luogo in luogo
sospinge i galeoni di nubi disancorati,
il tuo giardino splenderà di nuovo
di sole ardente, di lucida pioggia.

Qui salirà la maga luna al cielo, nel finire cremisi
del declinante splendore del giorno, qui
apparirà l'armata delle stelle.

Le conche intorno, umide o secche,
la primavera colmerà di fiori,
spesso le muse del mattin vedranno
allodole levarsi di fra l'erica
e indiamantate d'ogni ragnatela
le ruote e i fili magici.

Quando le margherite se ne andranno
di brina argenterà le foglie d'erba
l'inverno. Il gelo incanterà la pozza,
e farà belli i solchi dei carretti.

Quando di neve lucente s'estenderà la brughiera,
i bimbi come batteran le mani!
Per far la Terra il nostro romitaggio,
una mutevole ed allegra spiaggia,
basta la macchina di Dio, complessa
di giorni e di stagioni luminosa.

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