venerdì 3 aprile 2009

Volevo solo lavorare



Mi riferisco ad un libro il cui titolo penso sia ormai molto conosciuto.

Un libro scritto da Luigi Furini ed edito da Garzanti.

Il mondo del lavoro diventato un inferno: Furini racconta di un giornalista "scomodo" costretto a lavorare nello sgabuzzino delle scope.

Cuochi e camerieri assunti e licenziati ogni due ore, centinaia di volte all'anno, con regolare tredicesima e quattordicesima e riposi non goduti.

Ex manager che fanno i baristi o i baby sitter.

Impiegati vittime del mobbing e costretti a scegliere fra antidepressivi, ansiolitici, Viagra.

Dirigenti disoccupati che si tingono i capelli prima di un colloquio di lavoro, per sembrare più giovani.

Migliaia di esuberi per gli over 50.
Tre giovani dipendenti premiate dal datore di lavoro con una vacanza ai Caraibi, a patto che siano "gentili" con i clienti.


Partendo anche dalla sua esperienza personale, oltre che dalla sua inchiesta, Furini esplora un mondo che si rivela spesso tanto crudele e assurdo da diventare ridicolo.

"Volevo solo lavorare" è un viaggio nella giungla di chi è troppo vecchio per le imprese e troppo giovane per avere la pensione, tra i"mobbizzati" dell'unico paese europeo senza una legge in materia, tra i giovani precari, tra i lavoratori poveri e gli "scoraggiati" cancellati anche dalle liste di collocamento.

Tra vicende tragicomiche, corsi di autodifesa e reti di solidarietà, Furini scopre un'Italia che i media non raccontano più: problemi concreti e quotidiani che la politica ha dimenticato, in un paese in piena crisi economica.

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