L'Albero di Maggio non appartiene solo alla tradizione celtica.
Un simbolo di tale potenza e importanza, non può mancare in nessuna mitologia o religione.
Una delle "favole" più antiche del mondo (di origine babilonese, fu scoperta nel XIX secolo negli scavi della biblioteca di Assurbanipal.
Ecco la storia:
Tanto tempo fa, quando la terra era ancora giovane, l'Aquila e il Serpente erano ottimi amici e vivevano nello stesso Albero, l'Aquila sui rami più alti, il Serpente rintanato ai piedi dello stesso.
Si scambiavano aiuti e favori: a volte l'Aquila, tornando dalla caccia, riservava qualche bocconcino ai giovani serpentelli; a volte il Serpente offriva qualche leccornia agli aquilotti e a vicenda si sorvegliavano i propri piccoli.
Un giorno però l'Aquila, ormai fattasi grande la sua nidiata, giudicò di non aver più bisogno del Serpente e anzi pensò che poteva dare una bella festicciola nel suo nido, banchettando con la prole del suo ex-amico.
E così fece, nonostante i rimproveri degli aquilotti.
Il Serpente, tornando alla sua tana sotto l'Albero, non trovò più i suoi piccoli e scavò e cercò disperatamente, ma invano..
Capì allora cosa era successo e si recò alla dimora del Dio della Giustizia.
"Sire, l'Aquila è venuta meno al giuramento fatto sul tuo nome e ha divorato i miei figli. Ella ride sprezzante e io piango la mia famiglia."
Il dio si mosse a pietà e disse: " Vai oltre la collina, troverai un bufalo, nasconditi nella sua carcassa e quando l'Aquila verrà con tutti gli altri uccelli a beccare le carni migliori, tu prendila e spezzale le ali e strappa i suoi artigli, poi gettala in una buca a morire di fame e di sete."
Così il Serpente fece e l'Aquila ora, con le ali spezzate, sta languendo nel buio della buca in cui è stata gettata.
Questa storia è molto attuale, perché rispecchia ciò che sta succedendo ai giorni nostri.
L'Aquila, ovvero l'Intelletto razionale, crede che i suoi prodotti: la tecnologia, la manipolazione genetica, la vita e gli alimenti artificiali, e così via, siano ormai grandi a tal punto da fare senza l'aiuto del Serpente, cioè le forze generatrici dei cicli della Natura. Anzi, con la distruzione dell'ambiente, l'Aquila ha ucciso la prole del Serpente e lo ha sfrattato dalla sua tana sotto il Grande Albero.
Ma il Serpente chiede giustizia e la Natura si ribella, con nuove malattie, nuove catastrofi, nuova infelicità, nuova pazzia.