Flush è un cocker spaniel nato nel 1842 nella casa di campagna di Miss Mary Mitford, scrittrice inglese, amica della poetessa Elisabeth Barrett.
Flush vive i primi mesi in campagna, felice e libero, finché la buona miss Mary non lo dona all'amica che vive "reclusa" nella casa paterna londinese.
Flush, nel fiore degli anni e nel fulgore del suo mantello rossiccio, irrompe nella tanza sovraccarica di mobili e soprammobili della Barrett, nonché nella sua vita, trasformandola.
Tra i due matura una complicità, un legame che le vicende della vita metteranno a dura prova ma non riusciranno a scalfire.
Virgina Woolf, avvalendosi della produzione poetica della Barrett e del suo ricchissimo epistolario, ne ricostruisce la vita e dimostra che la si può raccontare dalla particolarissima prospettiva del suo cane.
A casa Barrett, a Wimpole Street, regnano il lusso e gli agi, vi sono ingombranti mobili e sfarzosi tappeti, oggetti indiani e specchiere dorate, ma la vita non è felice per Elisabeth, che ha circa quarant'anni.
Poetessa famosa, vive un profondo disagio psicologico che le impedisce di uscire di casa.
La casa con il tirannico padre e nove fratelli - tra cui spiccano la sorella Arabella - e la governante, Miss Wilson, è una prigione dorata.
Tra la melanconica Elisabeth e il piccolo Flush nasce un grande amore. Sembra quasi che Flush incarni quella spontaneità ed istintività a cui Elisabeth ha rinunciato.
Per lei l'avventuroso Flush rinuncia alla libertà e trascorre interminabili inverni nebbiosi e assolate estati cittadine nella stanza dove la poetessa, distesa su un'ottomana, scrive assiduamente.
L'empatia fra Elisabeth e Flush è completa, finché non giunge una lettera. Flush comprende subito, con il suo istinto canino, che quella lettera è diversa dalle altre. Poi ne giungono ancora e un giorno arriva lo scrittore di quelle lettere: il poeta Robert Browing, giovane, agile, avvenente, sicuro di sè.
Flush ascolta le appassionate conversazioni letterarie fra i due e cova una immensa gelosia, tanto da morsicare, un giorno, il poeta.
Con estrema delicatezza, Virginia narra come l'amore cambi.
Elisabeth Barrett trova il coraggio di abbandonare le sue paure e di fuggire con l'amato Robert a Firenze, naturalmente assieme a Flush.
Sembra una fiaba e invece è una storia vera. Tutti i personaggi sono realmente esistiti.
Virginia li tratteggia con molta chiarezza, non vi è nulla di retorico o di melenso in questo libro, che parla dell'amore di un cane verso una giovane donna e viceversa, e poi dell'amore di questa donna per un uomo più giovane di lei e viceversa.
Il libro è anche un atto d'amore verso Londra, magistralmente descritta a metà Ottocento.
Ma è anche un j'accuse verso la tendenza a evidenziare le differenze di classe, alla grande miseria che affliggeva un paese monarchico e capitalista .
Fin dall'inizio infatti, Virginia Woolf, nel ricomporre la geneologia degli spaniels in Inghilterra, si diverte a trasferire nel mondo dei cani, le estenuanti questioni di araldica degli umani; in seguito la descrizione degli ambienti non è orchestrata, come di consueto, sulla base di sensazioni visive, ma soprattutto di quelle olfattive, uditive e tattili, più sviluppate nel cane.
Ma Flush non è un cane qualunque. "Apprezzava in modo financo eccessivo le emozioni umane": ecco la sua particolarità.
Soprattutto Flush è un inno all'amore anarchico e ribelle che manda in frantumi le differenze sociali e le paure, facendo approdare Elisabeth, Robert e Flush a Firenze che, per gli Inglesi è sempre stata il simbolo della bellezza e della libertà.
(Flush, biografia di un cane - ed. La Tartaruga)