Nell'aprile 1941, quando Virginia Woolf uscì da Monk's House, decisa a intraprendere la coraggiosa camminata solitaria che la condusse alla morte nel fiume Ouse, lasciò un biglietto d'addio a due sole persone.
Il primo era indirizzato al marito, Leonard Woolf, suo grande sostegno e compagno di vita, l'altro alla donna che aveva condiviso le complicazioni della sua esistenza dalla prima infanzia fino all'ultimo giorno, un lasso di tempo di 59 anni.
Scrivendo le ultime parole alla sorella, Vanessa Bell, Virginia concludeva:
" Se potessi ti direi che cosa avete significato per me tu e i bambini. Penso che tu lo sappia".
Le sorelle Stephen (Virginia e Vanessa) ebbero un'infanzia molto diversa rispetto a Stella.
Benché entrambe costrette dalle ferree regole della società vittoriana a presenziare al tè e a intrattenere il continuo giro di visitatori di Hyde Park Gate 22, avevano anche in fondo alla strada le delizie dei Kensington Gardens, con il Round Pond e la Serpentine dove far navigare le barchette.
Da bambine, Virginia e Vanessa amavano sdraiarsi sotto gli alberi del parco a leggere e a mangiare cioccolata.
Quegli anni, prima dei lutti e delle crisi, furono un periodo magico di sana vita infantile, con le estati a Talland House e gli inverni rintanati a Kensington nelle camere dei bambini davanti ad un bel fuoco acceso, anche se fin da piccola Virginia era già tanto insicura da temere che Vanessa si addormentasse prima di lei, e per impedirlo continuava a chiamarla ad alta voce.
Già allora si sentiva inferiore a quella assennata e capace sorella maggiore, e in una prima versione di "Immagini del passato" "ricorderà quanto imperfetta" si sentisse in confronto a Vanessa, "quanto vana, egoista ed irritabile".
A Charleston, si poteva spesso trovare Vanessa seduta al cavalletto nello studio in soffitta, oppure nella stanza sul giardino, a cucire o dormire … Era serena, misurata, terrestre ma controllata e Virginia la paragonava ad una ciotola di melassa che sobbolle fino all'orlo senza mai traboccare ….
Da " Virginia Woolf e le sue amiche" di Vanessa Curtis – La Tartaruga Edizioni
Il primo era indirizzato al marito, Leonard Woolf, suo grande sostegno e compagno di vita, l'altro alla donna che aveva condiviso le complicazioni della sua esistenza dalla prima infanzia fino all'ultimo giorno, un lasso di tempo di 59 anni.
Scrivendo le ultime parole alla sorella, Vanessa Bell, Virginia concludeva:
" Se potessi ti direi che cosa avete significato per me tu e i bambini. Penso che tu lo sappia".
Le sorelle Stephen (Virginia e Vanessa) ebbero un'infanzia molto diversa rispetto a Stella.
Benché entrambe costrette dalle ferree regole della società vittoriana a presenziare al tè e a intrattenere il continuo giro di visitatori di Hyde Park Gate 22, avevano anche in fondo alla strada le delizie dei Kensington Gardens, con il Round Pond e la Serpentine dove far navigare le barchette.
Da bambine, Virginia e Vanessa amavano sdraiarsi sotto gli alberi del parco a leggere e a mangiare cioccolata.
Quegli anni, prima dei lutti e delle crisi, furono un periodo magico di sana vita infantile, con le estati a Talland House e gli inverni rintanati a Kensington nelle camere dei bambini davanti ad un bel fuoco acceso, anche se fin da piccola Virginia era già tanto insicura da temere che Vanessa si addormentasse prima di lei, e per impedirlo continuava a chiamarla ad alta voce.
Già allora si sentiva inferiore a quella assennata e capace sorella maggiore, e in una prima versione di "Immagini del passato" "ricorderà quanto imperfetta" si sentisse in confronto a Vanessa, "quanto vana, egoista ed irritabile".
A Charleston, si poteva spesso trovare Vanessa seduta al cavalletto nello studio in soffitta, oppure nella stanza sul giardino, a cucire o dormire … Era serena, misurata, terrestre ma controllata e Virginia la paragonava ad una ciotola di melassa che sobbolle fino all'orlo senza mai traboccare ….
Da " Virginia Woolf e le sue amiche" di Vanessa Curtis – La Tartaruga Edizioni