“... ma per le vie del borgo dal ribollir dè tini va l'aspro odor dei vini l'anime a rallegrar”.
Chi non ricorda questi versi della poesia di Giosuè Carducci che tutti, proprio tutti, abbiamo imparato a memoria alle elementari? E come non ricordarsi della leggenda di San Martino che divise in due il suo mantello per riscaldare un povero mendicante e fu ricompensato dal Signore che inviò qualche giorno di clima mite e temperato mentre la stagione volgeva ai rigori dell'inverno?
La leggenda del mantello di San Martino è molto antica e non si sa quando sia stata associata dalla memoria popolare e contadina al bel periodo che caratterizza la seconda decade di novembre che noi chiamiamo Estate di San Martino mentre nei Paesi anglosassone viene definita Indian Summer: Estate Indiana.
Sia come sia San Martino e l'Estate Indiana vengono festeggiate a partire dall'11 novembre e per tre o quattro giorni. Martino, vissuto nel IV, secolo era nato in Ungheria. Il padre, ufficiale dell'esercito romano, aveva dato al figlio il nome di Martino in onore di Marte, Dio della Guerra. La famiglia di Martino si trasferì dapprima a Pavia dove, all'età di quindici anni, Martino entrò nell'esercito. Da Pavia venne inviato in Gallia e qui si convertì al cristianesimo e divenne monaco nella regione di Poitiers.
L'episodio del mantello avvenne quando Martino era ancora un soldato. Dopo aver ricevuto in sogno la visita del Signore, Martino prese i voti e si adoperò per la conversione al cristianesimo delle popolazioni galliche.
Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero vescovo della loro città. L'11 novembre si festeggia la data della sepoltura di San Martino e la basilica a lui dedicata nella città di Tours fu a lungo meta di pellegrinaggi medievali.
In Italia San Martino è patrono di Belluno e di un centinaio di altri comuni. Il culto del Santo è tanto amato che si perde il conto delle feste a lui dedicate.
La popolarità è confermata anche dai moltissimi proverbi dedicati a San Martino e alla festa dell'11 novembre: ”a San Martino uccidi il maiale e bevi vino”, “a San Martino ogni mosto diventa vino”. Ed è suffragata anche dalle centinaia di migliaia di ricerche con la parola chiave San Martino che già dal mese scorso sono state effettuate tramite i principali motori di ricerca.
Nata come festa di carattere religioso la ricorrenza nel corso dei secoli si è trasformata in un evento di tipo enogastronomico.
Un tempo l'11 novembre segnava per i contadini la fine di un anno di lavoro e il momento in cui scadevano i contratti agrari.
Se il padrone chiedeva ai contadini di non rimanere per l'anno successivo questi dovevano traslocare e andare alla ricerca di un nuovo padrone e di un nuovo alloggio.
Da qui il detto “fare San Martino” che era divenuto sinonimo di traslocare.
Prima di partire si faceva una grande mangiata di arrosto di oca o di tacchino e tra i piatti tipici di questo periodo non mancavano quelli a base di maiale.
La tradizione racconta infatti che i contadini, in occasione della fine dei contratti agricoli, pagassero l'affitto della terra al padrone in parte con la carne dei maiali che allevavano e macellavano proprio durante i giorni dell'estate di San Martino. Il clima mite di questi giorni permetteva infatti una ottima macellazione delle carni.
Alla scadenza dei contratti si aprivano anche le botti per assaggiare il primo bicchiere di vino novello accompagnato alle castagne e ai dolci tipici del periodo.
Ogni Regione italiana ha le sue usanze e le proprie rievocazioni storiche della leggenda del Santo e ogni città o borgo festeggia l'Estate di San Martino che “dura tre giorni e un pochinino” con sagre, eventi, feste che hanno come comun denominatore il vino, le castagne, i funghi, l'olio, le frittelle, i biscotti e centinaia di altre specialità.
Indian Summer: un vecchio mio post
Chi non ricorda questi versi della poesia di Giosuè Carducci che tutti, proprio tutti, abbiamo imparato a memoria alle elementari? E come non ricordarsi della leggenda di San Martino che divise in due il suo mantello per riscaldare un povero mendicante e fu ricompensato dal Signore che inviò qualche giorno di clima mite e temperato mentre la stagione volgeva ai rigori dell'inverno?
La leggenda del mantello di San Martino è molto antica e non si sa quando sia stata associata dalla memoria popolare e contadina al bel periodo che caratterizza la seconda decade di novembre che noi chiamiamo Estate di San Martino mentre nei Paesi anglosassone viene definita Indian Summer: Estate Indiana.
Sia come sia San Martino e l'Estate Indiana vengono festeggiate a partire dall'11 novembre e per tre o quattro giorni. Martino, vissuto nel IV, secolo era nato in Ungheria. Il padre, ufficiale dell'esercito romano, aveva dato al figlio il nome di Martino in onore di Marte, Dio della Guerra. La famiglia di Martino si trasferì dapprima a Pavia dove, all'età di quindici anni, Martino entrò nell'esercito. Da Pavia venne inviato in Gallia e qui si convertì al cristianesimo e divenne monaco nella regione di Poitiers.
L'episodio del mantello avvenne quando Martino era ancora un soldato. Dopo aver ricevuto in sogno la visita del Signore, Martino prese i voti e si adoperò per la conversione al cristianesimo delle popolazioni galliche.
Nel 371 i cittadini di Tours lo vollero vescovo della loro città. L'11 novembre si festeggia la data della sepoltura di San Martino e la basilica a lui dedicata nella città di Tours fu a lungo meta di pellegrinaggi medievali.
In Italia San Martino è patrono di Belluno e di un centinaio di altri comuni. Il culto del Santo è tanto amato che si perde il conto delle feste a lui dedicate.
La popolarità è confermata anche dai moltissimi proverbi dedicati a San Martino e alla festa dell'11 novembre: ”a San Martino uccidi il maiale e bevi vino”, “a San Martino ogni mosto diventa vino”. Ed è suffragata anche dalle centinaia di migliaia di ricerche con la parola chiave San Martino che già dal mese scorso sono state effettuate tramite i principali motori di ricerca.
Nata come festa di carattere religioso la ricorrenza nel corso dei secoli si è trasformata in un evento di tipo enogastronomico.
Un tempo l'11 novembre segnava per i contadini la fine di un anno di lavoro e il momento in cui scadevano i contratti agrari.
Se il padrone chiedeva ai contadini di non rimanere per l'anno successivo questi dovevano traslocare e andare alla ricerca di un nuovo padrone e di un nuovo alloggio.
Da qui il detto “fare San Martino” che era divenuto sinonimo di traslocare.
Prima di partire si faceva una grande mangiata di arrosto di oca o di tacchino e tra i piatti tipici di questo periodo non mancavano quelli a base di maiale.
La tradizione racconta infatti che i contadini, in occasione della fine dei contratti agricoli, pagassero l'affitto della terra al padrone in parte con la carne dei maiali che allevavano e macellavano proprio durante i giorni dell'estate di San Martino. Il clima mite di questi giorni permetteva infatti una ottima macellazione delle carni.
Alla scadenza dei contratti si aprivano anche le botti per assaggiare il primo bicchiere di vino novello accompagnato alle castagne e ai dolci tipici del periodo.
Ogni Regione italiana ha le sue usanze e le proprie rievocazioni storiche della leggenda del Santo e ogni città o borgo festeggia l'Estate di San Martino che “dura tre giorni e un pochinino” con sagre, eventi, feste che hanno come comun denominatore il vino, le castagne, i funghi, l'olio, le frittelle, i biscotti e centinaia di altre specialità.
Indian Summer: un vecchio mio post