domenica 14 novembre 2010

Domenica mattina

Mattina presto, mio marito è gia sceso in cucina e sento arrivarmi odore di caffè. Guardo dalla finestra e, al di là delle tendine, vedo affacciarsi la luce del giorno e le foglie rosse del liquidambar ancora ben attaccate all'albero.

E' sufficiente: mi alzo, scendo a prendere a mia volta il caffè, ma prima apro alla Frida; anzi apro tutti gli scuri delle porte finestre. La luce è ancora poca, ma la Beniamina - la nostra pianta di ficus - ne avrà piacere penso, dopo avere trascorso tutta l'estate in giardino.

Più tardi esco con Frida.

E' una mattina grigia, molto tranquilla - a quest'ora di domenica la gente dorme di solito.

Una leggera nebbia avvolge i campi, la terra nuda, gli alberi lontani in una foschia piacevole.
Respiro quel delizioso odore di foglie cadute, di nebbia - che  a me piace.

Frida è in cerca di gatti e annusa spesso vicino ai tronchi o ai muretti, controlla sotto tutte le aute parcheggiate, spesso rifugio felino.

Guardo intanto i giardini, da sempre una mia passione.

In alcuni i gerani sono ancora fioriti, poche invece le rose.
Ci sono bacche che allietano e risvegliano con il loro colore, il grigio della nebbia.
Alcuni giardini sono in ordine perfetto, tuttre le foglie raccolte e l'erba del prato è lucente; in altri, come nel mio, le foglie formano un prezioso tappeto multicolore.

Scomparsi invece le poltrone e i giochi dei bambini.
Rimangono uno scivolo e  un'altalena nel campetto pubblico accanto alla chiesa, peraltro, deserto.

Pochi gli incontri: due tortore dal collare sacro che volano vicine, un signore che porta al guinzaglio uno schnauzer nano pepe e sale.
Quest'ultimo abbaia ad una Frida interessata solo ai gatti e che non degna i suoi simili.
Ora di tornare, rientriamo in casa dove mio marito sta seguendo la Formula 1 e prendiamo un altro caffè.

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