Oggi ripropongo un post del 16 marzo 2011.
Non di tanto tempo fa, in effetti.
Eppure, qui, nel mio mondo e nel mondo in genere, sono tali e tanti i cambiamenti avvenuti, che ho bisogno di aprire qualche cassetto che non avevo più aperto.
http://estateincantata.blogspot.it/2011/03/ricordi-e-profumi.html
Ricordi e profumi
Scrive Diane Ackerman:"Basta sfiorare il filo teso di un profumo che i ricordi risuonano immediatamente"
Anch'io nel novembre 2008 scrissi qualcosa sulla memoria olfattiva e dopo il post di ieri sento il bisogno di rifugiarmi un po' nei profumi...
"Tra i cinque sensi l'olfatto è considerato il senso della gioia di vivere.
Cassetti profumati, erbe essiccate, sacchettini di lavanda, il profumo del pane in forno o di una torta, la chimica di un dopobarba, l'odore salmastro del mare , quello inebriante del tiglio in fiore ...
È una memoria nella nostra vita, quella che forse, più della scrittura, ci permette di conservare il passato.
Anche se siamo distratti o preoccupati, un odore può raggiungerci e farci ritornare indietro, dentro quel passato che è pronto a riemergere se solo lasciamo socchiusa la porta.
Platone nel Fedro racconta il mito sull'invenzione della scrittura da parte del dio egiziano Theuth e sul dono di essa, destinato agli uomini che Theuth fa al faraone.
Qui cito Giorgio Colli riprendendo le seguenti frasi da "La nascita della Filosofia":
"Theuth magnifica i pregi della sua invenzione, ma il faraone ribatte che la scrittura è sì uno strumento di rammemorazione, ma puramente estrinseco, e che persino rispetto alla memoria, intesa come capacità interiore, la scrittura risulterà dannosa.
Quanto alla sapienza, la scrittura la fornirà apparente, non già veritiera.
E Platone commenta il mito accusando di ingenuità chiunque pensi di tramandare per iscritto una conoscenza e un'arte, quasi che i caratteri della scrittura avessero la capacità di produrre qualcosa di solido. Si può credere che gli scritti siano animati dal pensiero: ma se qualcuno rivolge loro la parola per chiarire il loro significato, essi esprimeranno sempre una cosa sola, sempre la stessa."
E ancora:
"Platone contesta in linea generale alla scrittura la possibilità di esprimere un pensiero serio e dice letteralmente:
'Nessuno uomo di senno oserà affidare i suoi pensieri filosofici ai discorsi immobili, com'è il caso di quelli scritti con lettere'.
Ancora più solennemente ribadisce poco oltre, ricorrendo ad una citazione omerica: "Perciò appunto ogni persona seria si guarda bene dallo scrivere di cose serie per non esporle alla malevolenza e alla incomprensione degli uomini. ..."
Come dire, quindi che le cose più serie riposano nella parte più bella dell'essere umano.
Le parti tra virgolette provengono da La Nascita della Filosofia di Giorgio Colli - Piccola Biblioteca 29 - ADELPHI - pagine 111 - 112.