giovedì 19 maggio 2011

A proposito della Parabola (non satellitare)

"La parabola - scrive perfettamente Francesco Zaffuto - non è apparenza, è una forma di narrazione della verità per farla meglio comprendere."

Voglio ritornare al post precedente a questo,  Il Maggid di Dubno perché ho l'impressione, soprattutto leggendo il commento di Paolo, che la parabola venga considerata una maschera o non so cosa.
Comunque vorrei chiarire meglio.

La parabola, dal greco parabolé = paragone, è un racconto finalizzato a trasmettere un qualche tipo di insegnamento morale o spirituale. 
Secondo alcuni studiosi (v. p.es. l'italiano Vittorio Fusco) caratteristica precipua della parabola, che la differenza dalla similitudine o allegoria, è l' "effetto sorpresa": la parabola produce nell'ascoltatore un certo giudizio-emozione, che viene poi traslato alla sfera morale o spirituale. Da qui

Per comunicare il suo insegnamento anche Gesù si è servito delle parabole che troviamo riportate nei Vangeli.

Un dottore della legge, per mettere alla prova Gesù, gli chiese cosa fosse necessario per ottenere la vita eterna. Gesù, in risposta, chiese al dottore cosa dicesse la legge di Mosè a tale proposito. Quando il dottore, correttamente, citò la Bibbia dicendo: "Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze" (Dt 6,5) e amerai il tuo prossimo come te stesso" (Lev 19,18), Gesù disse che aveva risposto correttamente e lo invitò a comportarsi di conseguenza.

A questo punto il dottore chiese a Gesù di spiegargli chi fosse il suo prossimo e Gesù gli rispose con la parabola che credo tutti noi conosciamo, quella del Buon Samaritano.

Il testo di Luca 10,25-37
 
 " Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte.

Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.

Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.

Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo:  "Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno."

Al termine di questa parabola, il Maestro chiese al dottore della legge chi dei tre fosse stato prossimo dell'uomo derubato. Il dottore non rispose: "il samaritano", ma: "chi ha avuto compassione di lui". Gesù concluse: "Va e anche tu fa lo stesso". 


Altri esempi potrebbero arrivarci dalla maieutica di Socrate che aiutava i suoi allievi a partorire le idee con la loro mente, ma per ora mi fermo qui.

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