Siamo arrivati a sabato, l'ultimo di questo mese di ottobre.
Riporto una citazione che mi fa riflettere o, meglio, con la quale
mi piace giocare anche con altri momenti della vita:
Non più, Non ancora.
Durante tutti gli anni che trascorse in America, Hannah Arendt parlò solo rare volte della sua infanzia.
Molto prima che l'ultimo dei suoi parenti lasciasse la casa di famiglia, a Konigsberg nella Prussia orientale, e che la città venisse prima distrutta e poi ricostruita come Kaliningrad, Unione Sovietica, la Arendt aveva già a più riprese scandito la sua vita in "prima" e "dopo".
Ogni volta che lo faceva, il "prima", l'infanzia, diveniva sempre più una faccenda privata, un segreto.
A diciott'anni, studentessa di teologia all'Università di Marburg, prese l'abitudine di operare questa cesura temporale, traducendola nel linguaggio poetico del suo maestro, Martin Heidegger:
"non più" e "non ancora"
Riporto una citazione che mi fa riflettere o, meglio, con la quale
mi piace giocare anche con altri momenti della vita:
Non più, Non ancora.
Durante tutti gli anni che trascorse in America, Hannah Arendt parlò solo rare volte della sua infanzia.
Molto prima che l'ultimo dei suoi parenti lasciasse la casa di famiglia, a Konigsberg nella Prussia orientale, e che la città venisse prima distrutta e poi ricostruita come Kaliningrad, Unione Sovietica, la Arendt aveva già a più riprese scandito la sua vita in "prima" e "dopo".
Ogni volta che lo faceva, il "prima", l'infanzia, diveniva sempre più una faccenda privata, un segreto.
A diciott'anni, studentessa di teologia all'Università di Marburg, prese l'abitudine di operare questa cesura temporale, traducendola nel linguaggio poetico del suo maestro, Martin Heidegger:
"non più" e "non ancora"