Nel settembre del 2005 in America, a 93 anni, è morto Leo Sternbach, lo studioso di benzodiazepine che, nel 1963, insieme a Earl Reeder, aveva inventato il Valium.
Nato ad Abbazia, allora in Austria, si era laureato in chimica a Cracovia, dove il padre gestiva una farmacia. In seguito, a causa della guerra e delle leggi razziali, era stato costretto a fuggire dalla Polonia, prima in Svizzera e successivamente in America.
Leo Sternbach costretto a fuggire, insieme a molti altri giovani e molti ebrei, dalla sua casa, un'Europa ormai trasformata in devastato luogo di morte.
Prima di approdare in America, però, l'incontro con i reduci, irrimediabilmente feriti da un orrore straziante, darà al futuro chimico della Roche il motivo centrale del suo lavoro e delle sue ricerche: trovare una risorsa capace di cancellare una tale illimitata sofferenza. Nel corso di tutta la sua lunga vita, il ricercatore sarà sempre strenuo difensore del farmaco da lui scoperto ed incrollabile rimarrà la fede nei motivi di fondo dei suoi studi.
"Troppa gente sembra non tenere presente quanti suicidi sono stati evitati e quanti matrimoni salvati dalla mia pillola" diceva quando veniva attaccato relativamente agli effetti collaterali che il farmaco aveva evidenziato, soprattutto il problema della dipendenza.
Perché, in realtà, negli anni 70, l'uso della "sua medicina", insieme a quello più generale degli psicofarmaci, conobbe un successo imponente: due miliardi e trecento milioni di pastiglie vendute, una valanga. Tanto che, ad un certo punto, il 28% del fatturato della Roche proveniva dalla scoperta di Sternbach che fruttò dieci miliardi di dollari in quarant'anni.
Più generalmente, comunque, al di là delle polemiche, sembra semplicemente di essere di fronte ad un più che naturale desiderio di riparazione nei confronti di un "male" che, forse, sino ad allora, era stato sconosciuto all'esperienza umana:
lo strazio dell'ultimo conflitto mondiale, il timore di dovere fare i conti con una distruttività che sembra connaturale alla condizione umana, infamante ed odiosa quanto ineliminabile.
Una distruttività, però, agita in un luogo chiamato "guerra", legato ad oggetti mentali emotivamente intensi come "difesa della patria", "libertà", "sacrificio della vita per i propri ideali".
Male inevitabile, dunque, per sfuggire a più pesanti vergogne: "il pavido che, per codardia e debolezza, accetta l'ingiustizia del sopruso e della sopraffazione".
Ma, ai tempi della sua nascita, il Valium veniva chiamato "LA PILLOLA DELLE MAMME", pensato specificamente per alleviare le ansie della maternità e le tensioni della vita di coppia. Veniva anche nominato "IL PICCOLO AIUTO QUOTIDIANO" e una donna americana su cinque lo usava.
I due mondi che, sino a questo momento, erano decisamente separati, collassano l'uno sull'altro.
Sorprendente percorso quello che finisce per accomunare il dolore devastante dei reduci di guerra all'ansia di una donna in attesa di un figlio o in presenza di un piccolo bimbo di cui prendersi cura.
Eppure Sternbach dedica il suo prezioso farmaco proprio alle madri; inconsapevolmente, ci fa immaginare che anche nella mente della madre quando entra in contatto con il suo bambino, possano accendersi inaspettate esplosioni di rabbia, incontrollati timori e desideri di fuga, imboscate, diserzioni, legge marziale, processi sommari e fucilazioni. .....
I Rolling Stones hanno chiamato il Valium "my mother's little helper", il piccolo aiutante di mia madre. .....
(Da "Vertici")