Tra poco, il 31 ottobre, ci sarà la Notte più Magica dell'Anno, il Cielo e la Terra sono percorsi da energie inimmaginabili, cosmiche.
In ogni parte del mondo, oggi - come al principio dei tempi - gli Iniziati si preparano a festeggiare il Capodanno esoterico.
Samhain è il seme che viene gettato nella terra, il principio di un grande importante viaggio.
Può sembrare strano a qualcuno che l'Anno Magico inizi con l'Inverno alle porte e non con la Primavera. Ma l'evoluzione spirituale dell'Iniziato rispecchia le trasformazioni della Natura: è quindi logico che l'inizio sia il seme che viene gettato nella terra.
In Ottobre si ha infatti l'importante semina dei cereali vernini, che dovranno subire un lungo percorso sotterraneo invernale, prima di prorompere a nuova vita in Primavera.
Il messaggio simbolico della Natura è dunque quello della necessità di scendere nell'inconscio, nel Regno delle Acque Primordiali, nel buio del Caos primitivo, per cercare quella Luce interiore che può vincere ogni tenebra.
Samhain era il Capodanno del mondo Celtico, una grande e solenne Festa, in cui il momento più alto era rappresentato dalla raccolta del vischio che cresceva sulle querce della Selva sacra.
I Druidi, ovvero i sacerdoti-maghi dei Celti, si recavano nella Selva vestiti di bianco, portando con sè un falcetto d'oro, con il quale raccoglievano il vischio che subito avvolgevano in un panno candido.
Il vischio, così raccolto, era più che una pianta sacra, su di esso invocavano tutta la potenza divina della notte di Samhain, affinché il vischio, figlio della folgore - che cresceva sulle querce sacre, senza toccare mai la terra, ne fosse il simbolo e il veicolo tangibile.
Sacro non era il vischio, ma ciò che il vischio rappresentava, in quanto solo se colto in quella particolare notte e con quella particolare cerimonia esso aveva magiche virtù.
Andava reciso con una falce d'oro, simbolo della fusione del Sole (oro) con la Luna (falce) e subito avvolto in un panno bianco, evitando nel modo più assoluto che toccasse la terra.
La pianta del Vischio, che è un emiparassita (affonda le radici nella "altrui scorza" e "non tocca terra") veniva anche detta presso i popoli nordici la "scopa del fulmine", immaginando che tale pianta nascesse quando una folgore colpisse l'albero, ossia fosse una emanazione, una scintilla divina.
La Natura ci mostra che il seme nel buio della terra dà origine ad una nuova vita, mentre il giorno che cede il passo alla lunga notte invernale, ci invita a cercare dentro di noi una Luce più vera, che nn possa mai tramontare.
Ed è grazie alla scintilla divina che gli eterni opposti, conscio ed inconscio, ragione e intuizione, parte solare e parte lunare, Aquila e Serpente, si fondono.