giovedì 21 aprile 2011

Anni d' infanzia

Ci sono alcuni momenti  in cui l'infanzia continua ad apparirmi come una poesia continua (forse l'unica vera poesia) che riesce a cancellare i tanti orrori del mondo.Ecco che allora vado a frugare nelle vite altrui. In questo caso "Anni d'infanzia" di Sergej T. Aksakov. Quale titolo più adatto?   
 
"Ricordi frammentati

 
I primissimi oggetti che si sono conservati nel vecchio quadro del mio remoto passato, quadro in alcuni punti fortemente sbiadito a causa del tempo e degli avvenimenti dell'ultimo decennio, oggetti e immagini che ancora resistono nella mia memoria sono la nutrice, la mia sorellina e mia madre ....




La nutrice mi appare all'inizio  una sorta di essere misterioso, quasi invisibile.
Mi rivedo piangere disperatamente sdraiato di notte nel mio lettino o in braccio alla mamma: tra i singhiozzi e le urla ripetevo sempre la stessa parola, invocavo qualcuno, che appariva nella penombra della stanza debolmente illuminata, mi prendeva in braccio, mi appoggiava al suo seno ... e io provavo una sensazione di benessere.
 
Poi ricordo che la mamma, stringendomi  al petto e canticchiando sempre le stesse parole di una rassicurante canzone, camminava veloce avanti e indietro per la camera, finché non mi addormentavo.

 
La nutrice, che mi  era molto affezionata, ricompare qualche altra volta nei miei ricordi mentre se ne sta in disparte e mi osserva di nascosto dietro altre persone...
La mia nutrice era una contadina e viveva a trenta verste di distanza; partiva a piedi dal villaggio il sabato sera e arrivava a Ufa la domenica di buon'ora ...
....
La presenza costante di mia madre è legata a ogni mio ricordo. La sua immagine si fonde indissolubilmente con la mia esistenza e perciò molto spesso non risalta nei quadri frammentari della mia prima infanzia, benché ne faccia parte costantemente."

 
Da Anni d'infanzia di Sergej Aksakov - Arcana Editrice

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